Soru risponde all’offensiva del presidente del Consiglio
Soru risponde all’offensiva del presidente del Consiglio
«Ma non siamo alla pari perché lui può dire le cose più terribili». «Alla sua età si dovrebbe essere più saggi invece Berlusconi si comporta come Caligola».
ROMA – Berlusconi contro Soru, Soru contro Berlusconi. E’ un duello, certo, ma non è ad armi pari. Se il premier pesca a piene mani nell’audience delle sue tv per accusare l’avversario di essere “un fallito”, il governatore della Sardegna gli risponde davanti a uno sparuto drappello di giornalisti. Ma anche lui ci va giù duro: «Mi fa una pena infinita, quest’uomo alle soglie della vecchiaia. Ormai mi ricorda Caligola, l’imperatore che nominò senatore il suo cavallo».
Ha sentito, presidente? Berlusconi dice che lui, al suo posto, non si sarebbe mai ripresentato…
«Ma cosa si può rispondere a un presidente del Consiglio che si è ricandidato alle elezioni dopo essere stato amnistiato, dopo aver cancellato con una legge il reato di cui era accusato, dopo essere uscito da un processo solo grazie alla prescrizione?».
Però lui l’ha bollata in tv come “un fallito”: Soru, ha detto, come imprenditore ha accumulato 3,3 miliardi di perdite, ha licenziato 250 persone e ha fatto crollare il valore delle azioni della sua azienda, Tiscali. A queste accuse vorrà rispondere, o no?
«Non sono accuse, sono falsità allo stato puro. Non so da dove li abbia presi, quei dati. Premesso che io non gestisco la società da cinque anni, da quando sono stato eletto, dico solo che Tiscali non li ha mai visti, 3,3 miliardi: come potrebbe averli perduti?».
Ma i 250 licenziamenti?
«Questa storia se l’è inventata Il Giornale: abbiamo chiesto inutilmente una rettifica, domani ci rivolgeremo al Tribunale per ottenerla. Ci sono stati 70 esodi volontari incentivati, punto. Non un solo licenziamento. E senza neanche un’ora di cassa integrazione. Ma la cosa che più mi indigna è un’altra».
E cioè?
«Che per denigrare me, proprietario oggi solo del 20 per cento di Tiscali, Berlusconi sta danneggiando una società che produce ricchezza e lavoro, sta danneggiando l’80 per cento dei suoi azionisti che non c’entrano nulla e soprattutto sta danneggiando i suoi lavoratori. In un momento di crisi che riguarda tutti, compresa Mediaset che in due anni ha perso più del 60 per cento del valore, il presidente del Consiglio crea panico e fa delle affermazioni su una società quotata in borsa che sono al limite dell’aggiotaggio. Ma tanto lui è un impunito».
Nel senso che ha l’impunità?
«Guardi, l’altro giorno sono andato in Procura a denunciarlo, e ho potuto toccare con mano in che repubblica stiamo vivendo. Il presidente del Consiglio può dire di ciascuno di noi le cose più terribili, ma noi siamo assolutamente nudi e indifesi perché lui è protetto dal lodo Alfano».
Ma perché ce l’ha tanto con lei? C’è stato uno scontro, un diverbio, una lite?
«No, le nostre vite non si sono mai incrociate. Io l’ho incontrato a Palazzo Chigi, per ragioni istituzionali, nei pochi minuti che mi ha dedicato. Non c’è nulla di personale, credo. Solo bulimia di potere: vuole conquistare la Sardegna. Ora sa che sta per perdere e dunque è disposto a fare qualunque cosa per evitarlo».
Che effetto le fa, accendere la tv e vedere il presidente del Consiglio che parla male di lei?
«Guardi, all’inizio mi sono un po’ arrabbiato. Adesso ho un senso di pena per quest’uomo di 73 anni, ormai alle soglie della vecchiaia. Ci si aspetta che una persona a quell’età migliori, che diventi più matura e più saggia. E magari si spera nella “grazia di Stato”, che la renda più adeguata al ruolo che ricopre. Purtroppo con Berlusconi tutto questo non è successo. Nemmeno in vecchiaia, nemmeno come presidente del Consiglio, quest’uomo riesce a essere serio. Lui vuole prevaricare su tutto e su tutti. Perciò mi ricorda Caligola».
Vuol dire che Cappellacci, il suo sfidante, è il cavallo che Berlusconi vuol fare senatore?
«Non voglio dire questo. Però è evidente che la campagna elettorale la sta facendo Berlusconi. Persino sulla scheda elettorale ci sarà il simbolo “Berlusconi presidente”. Il suo messaggio è chiaro: l’unico che conta sono io, gli altri non contano nulla. E’ una volontà di imperio che va al di là del bene e del male. Per fortuna la storia ha risolto questioni ben più difficili di questa. Alla fine il tempo di Caligola finisce. Dopo Caligola viene Traiano, e poi Adriano. I tempi migliori di Roma sono venuti dopo i tempi peggiori. La stessa cosa capiterà all’Italia, ne sono certo. E Berlusconi, certo, passerà alla storia: ma come Caligola».
La partita della Sardegna si chiude tra dieci giorni. Il 15 febbraio sapremo chi l’avrà vinta. Se vince Cappellacci, vince anche Berlusconi. Ma se lei riesce a farsi rieleggere, c’è chi dice che Veltroni dovrà cominciare a preoccuparsi, perché lei diventerebbe un vincitore un po’ troppo ingombrante. E’ così?
«Se Soru vince, Veltroni sarà felice. Perché sarà una vittoria mia, del centrosinistra e del Partito democratico. E infatti Veltroni sta lavorando, insieme a tutti gli altri, perché vinca io».