Controesodo: tornare a vivere in una Sardegna vivibile

Lo sviluppo dell’Italia e della Sardegna dipenderà dalla nostra capacità di valorizzare le competenze, le capacità e i talenti degli italiani e soprattutto dei giovani. Una capacità che la classe politica nazionale e regionale ha spesso mostrato di non avere. Troppi lavoratori e troppi giovani sono stati messi nelle condizioni di dover lasciare il Paese o il loro territorio di provenienza, in particolare le regioni del Mezzogiorno, per trovare altrove condizioni ambientali, economiche, sociali adatte alla loro affermazione personale e professionale.

Occorre che le istituzioni si attivino per recuperare lo svantaggio che ci divide dai paesi capaci di attrarre questi flussi di persone e di risorse, spesso molto qualificate, favorendo il ritorno in Italia di quanti hanno vissuto all’estero per studiare o lavorare e promuovendo il loro inserimento nel sistema produttivo nazionale. Per questo nasce Controesodo, l’iniziativa dell’Associazione TrecentoSessanta che ho presentato insieme a Guglielmo Vaccaro e Laura Garavini, deputati PD, nel corso del dibattito «Controesodo. Un progetto per tornare in Sardegna», tenutosi a Cagliari lo scorso lunedì 9 febbraio. Con noi hanno partecipato anche Andrea Murgia, candidato nella lista regionale “La Sardegna che cambia – Soru Presidente” e funzionario dell’Unione Europea a Bruxelles, e, in videoconferenza, Pietro Mariani, vicepresidente del Circolo Sardo Ichnusa di Madrid, e Alberto Musa, presidente del Centro Culturale Sardo di Berlino. Attraverso il web, ancora, hanno dato il loro contributo alla discussione numerose altre persone che dall’estero o dal nord Italia hanno voluto condividere la loro testimonianza di “nuovi emigrati”.

Controesodo, come ha spiegato il suo ideatore Guglielmo Vaccaro, si articola in quattro progetti di legge che prevedono agevolazioni fiscali per gli italiani che decidono di tornare in Italia dall’estero – o nel Mezzogiorno dal Nord Italia –  o di avviare in Italia nuove attività economiche, mettendo a frutto le competenze e le capacità acquisite. «La prima volta che ho pensato a questo progetto – ha ricordato Vaccaro – è stata quando Tremonti varò lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero. Perché privilegiare il capitale finanziario, mi chiesi, e non piuttosto quello umano?»

La Sardegna guidata dal centrosinistra ha negli ultimi cinque anni innovato la propria capacità di proiettarsi verso l’esterno e di connettersi con il sistema nazionale e internazionale. Il programma Master and Back, che con Controesodo proponiamo di estendere a livello nazionale, coniuga l’internazionalizzazione delle opportunità di formazione con la creazione di efficaci  percorsi di rientro. Una best practice, di cui hanno potuto usufruire oltre 3 mila giovani sardi, che fa della Sardegna una regione all’avanguardia nel campo a livello nazionale. Ma, come hanno sottolineato i sardi all’estero che si sono collegati con noi, è la percezione complessiva della Regione, l’immagine di sè che essa proietta verso l’esterno ad essere radicalmente migliorata a partire da 2004. L’immagine di un’amministrazione regionale che funziona, che agevola e non ostacola le attività produttive, che è capace di programmare il proprio sviluppo sulla base di un’attenta ricognizione delle proprie risorse e delle proprie vocazioni. Un modello che suscita nuove attenzioni a livello internazionale per le azioni di valorizzazione del paesaggio e della cultura tradizionale. Un luogo dove investire e un luogo dove tornare.

Per tutto il Novecento, la figura dell’emigrato è stata per la Sardegna, come hanno ricordato da prospettive diverse Andrea Murgia e Laura Garavini, una delle più radicate nell’immaginario sociale della comunità regionale, un insieme di esperienze, di valori culturali, di risorse umane e professionali che ancora attendono l’attenzione che meritano. Master and Back, Controesodo, la profonda azione di riforma della Regione avviata dal centrosinistra guidato da Renato Soru muovono in questa direzione.

Non si tratta di semplici provvedimenti ma di una vera e propria strategia che guarda al futuro e che permetterà soprattutto alle giovani generazioni di vivere in una regione più efficiente e più accogliente, capace di aprirsi al mondo con una dignità nuova. Una Sardegna che guarda avanti, a testa alta.

Guarda il video dell’iniziativa.