Trasparenza, efficienza, riduzione dei costi

Trasparenza, efficienza, riduzione dei costi. La riforma dei consorzi industriali

Trasparenza, efficienza, riduzione dei costi. Sono queste le ragioni alla base dell’iniziativa di riforma dei consorzi industriali, che la Giunta Soru e il centrosinistra hanno intrapreso in questa legislatura. Dopo molti mesi di lavori, in Commissione e in Aula, è stata approvata la Legge regionale n. 10/2008, che disciplina il riordino delle funzioni in materia di aree industriali.

È stata una battaglia politica nella quale mi sono impegnato a fondo, nella convinzione  che il vecchio sistema non fosse più in grado di sostenersi né tanto meno di garantire sul territorio le condizioni necessarie alla creazione e allo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi.

Ridotti a centri di potere e di spesa incontrollata, i 16 consorzi presenti nel territorio regionale rappresentavano infatti un vero paradosso: più di un quarto dei circa 60 consorzi totali esistenti in Italia, la più alta incidenza territoriale rispetto alle altre realtà regionali e un altissimo grado di frammentazione (47 società controllate, collegate e partecipate con i loro ingentissimi costi per consigli di amministrazione, collegi dei revisori, eccetera).

Il direttore di un Consorzio industriale poteva arrivare a guadagnare oltre 300.000 euro all’anno, e i numerosi dipendenti venivano assunti per chiamata diretta, in assenza di qualunque procedura concorsuale, malgrado la gestione di ingenti trasferimenti pubblici da parte della Regione. Un sistema responsabile dell’accumulo di gravi deficit di bilancio, che ammontavano, nel 2004, a oltre 25 milioni di euro.

Il paradosso è  tanto più evidente se si considera che in regioni decisamente più industrializzate della nostra, quali Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna, non è presente alcun consorzio industriale.

Da qui la necessità di una riforma radicale del sistema, con la riduzione del numero dei Consorzi da 16 a 8, il trasferimento delle competenze esercitate dagli enti soppressi agli enti locali e la semplificazione organizzativa e funzionale degli 8 rimanenti. Una riforma tanto più giustificata se si considera la forte riduzione delle competenze in capo ai consorzi, avvenuta negli ultimi anni da parte di disposizioni legislative nazionali e comunitarie.

Il risultato conseguito è una netta riduzione dei costi e un miglioramento dell’efficienza dei servizi forniti, grazie anche all’introduzione di regole chiare e trasparenti nella gestione dei consorzi e nelle proceduredi assunzione del personale, che ora dovranno essere fatte per concorso pubblico.