Ucraina: l’unità DEM è possibile, il congresso è un salto nel buio.
Per il Pd spaccarsi a Strasburgo è stato sì un errore, ma rimediabile. La difesa europea è il traguardo condiviso e i diversi approcci per raggiungerlo sono meno gravi dei rischi a cui espone l’Italia il tentativo di Giorgia Meloni di conciliare la fedeltà a Trump e l’interesse europeo.
La politica europea ed estera rientra tra i tratti fondativi di un partito. Nel 2023 abbiamo condiviso nel Manifesto per il Nuovo Pd un punto chiaro: il rafforzamento del ruolo internazionale Ue, a partire dalla difesa e dalla politica estera. Le decisioni sulle singole questioni devono essere affrontate con trasparenza nei luoghi decisionali di cui disponiamo, coinvolgendo i circoli e i territori e trovando una sintesi nella Direzione e nei gruppi parlamentari.
Vanificare quanto costruito fin qui aprendo proprio sulla politica estera una conta, un referendum, un congresso, sarebbe un autolesionistico salto nel buio del Pd. Ci esporrebbe a divaricazioni forse insanabili. E se si rompe il Pd la conseguenza certa è che salta l’unica vera speranza di un’alternativa alla destra. Le prossime ore saranno decisive. Il mio è un appello accorato: ritroviamo, nei luoghi e con gli strumenti opportuni, la forza di costruire soluzioni condivise. Non farlo vorrebbe dire fare un regalo a Giorgia Meloni nel momento di sua massima fragilità. A brindare sarebbero solo lei e i nemici dell’Europa.