Una risposta per tutto, anche per le domande false? La bufala di 98 miliardi ai concessionari di slot machine
Nel corso di questa settimana sono stato oggetto di una campagna negativa molto intensa sui social network, attraverso la diffusione di un estratto di una trasmissione televisiva dello scorso ottobre (Coffee Break su La7) nella quale mi era stata chiesta ragione del “condono di 98 miliardi di euro alle concessionarie delle slot machine”. Domanda alla quale rispondevo chiarendo quanto governo e Parlamento stavano (e stanno) facendo contro il gioco d’azzardo, senza entrare nel merito della risposta a una domanda che mi pareva ponesse una questione falsa. In effetti la questione che poneva era del tutto falsa: infatti la norma di cui si discute – il decreto legge 102/2013 – non prevede assolutamente, per la copertura dell’abolizione della prima rata dell’IMU per il 2013, un “condono” di tale entità, ma solo l’estensione temporale di quanto previsto dalla legge finanziaria 2006 per la definizione anticipata delle sanzioni determinate da sentenze di primo grado pronunciate nei giudizi di responsabilità dinanzi alla Corte dei conti.
In altri termini: a) mi è stata posta una domanda della quale obiettivamente non potevo conoscere la risposta, in quanto era fondata su un presupposto del tutto falso; b) effettivamente avrei potuto dire che, come supponevo, la notizia era destituita di qualsiasi fondamento, ma sul momento – colto impreparato da una domanda fondata, appunto, su un presupposto falso – ho preferito rispondere affermando come governo e Parlamento agiscono per contrastare il gioco d’azzardo e la dipendenza dal medesimo. Qui di seguito, per maggiore chiarezza, affronto la questione nel merito.
1) Come nasce la questione dei “98 miliardi” di euro
Le concessionarie delle slot machine non hanno rispettato la convenzione con i Monopoli di Stato del 2004. La guardia di Finanza dal 2006 ha scoperto che decine di migliaia di slot machine non erano collegate alla rete telematica che registra le giocate.
La procura della Corte dei Conti (l’accusa, in un processo) ha, quindi, fatto un calcolo in base alle penali stabilite dalla convenzione del 2004 (50 euro per ogni ora in cui una macchina non era collegata al contatore). E ha ipotizzato, per bocca del PM Smiroldo, che lo Stato avrebbe subìto un danno di circa 98 miliardi.
2) Il procedimento e la condanna
Dalle indagini successive è emerso però che le slot non collegate alla rete dei Monopoli di Stato, nel periodo 2004-2006, gli anni cioè nel mirino della Corte dei Conti, non hanno causato né danni erariali né cali della raccolta, grazie al meccanismo del forfait fiscale (una somma fissa a carico dei concessionari, passata negli anni da 155 a 280 euro giornalieri), che ha invece prodotto un surplus di 787 milioni di euro rispetto alle previsioni: è quanto mostrano i dati di incasso erariale contenuti nei Bilanci di previsione annuale 2004, 2005 e 2006, messi a confronto con le entrate a consuntivo. Il primo grado di giudizio dinanzi alla Corte dei Conti si è concluso con la condanna dei dieci concessionari a 2,5 miliardi di euro. Al termine del giudizio le concessionarie hanno annunciato il ricorso in Appello. La Corte non ha considerato la richiesta principale del Pm Marco Smiroldo (oltre 90 miliardi di euro), ma ha accolto la prima subordinata, con una condanna a 2,5 miliardi per i dieci concessionari, che rappresenta l’80% dell’aggio percepito dai concessionari nel periodo da settembre 2004 a gennaio 2007.
3) La definizione agevolata delle liti contabili
Il DL 102/2013, convertito con modificazioni dalla L. 28 ottobre 2013, n. 124, ha stabilito una definizione agevolata dei pagamenti non inferiore al 25% della multa comminata dalla Corte dei Conti, a parziale copertura delle disposizioni del decreto in oggetto, per un totale di 618 milioni, previa adesione entro il 15 Ottobre 2013.
Si è a tal proposito sostenuto che si sarebbe trattato di un condono o di uno sconto. In realtà si tratta dell’estensione delle disposizioni della L. 266/2005 (finanziaria 2006) per la definizione anticipata dei giudizi di responsabilità dinanzi alla Corte dei Conti, in seguito a una condanna di primo grado.
In ogni caso, le dichiarazioni dei concessionari fanno comprendere quanto non abbiano considerato di alcun favore questa previsione legislativa.
D’altra parte, dopo aver riaperto i termini, fissati, infine, al 15 Novembre 2013, mantenendo ferme le cifre, solo 6 dei 10 concessionari coinvolti hanno aderito alla definizione agevolata. Per queste società la sentenza del 31 Gennaio 2014 della Terza Sezione d’Appello della Corte dei Conti, ha dichiarato estinto il procedimento. Per le altre 4 compagnie l’appello prosegue, poiché i concessionari sono convinti di potersi vedere fortemente ridotta o addirittura annullata la multa loro comminata. Se ciò dovesse accadere, naturalmente, lo Stato non incasserebbe alcunché da questi soggetti.
In altri termini la fonte di copertura dell’abolizione della prima rata IMU consente un pagamento in forma agevolata di multe alle quali a soggetti (questi e altri che potrebbero essere interessati dalla sua applicazione) che non erano condannati in via definitiva. Dunque consente allo Stato di incassare immediatamente un importo comunque elevato e che non gli è dovuto con certezza, visto che si è in presenza di una condanna solo in primo grado. Ciò è confermato dal fatto che quasi la metà (4 su 10) dei concessionari di slot non ha aderito a questa definizione agevolata del pagamento.
http://www.repubblica.it/news/giochi_e_scommesse/rep_giochi_scommesse_ni_32125.html
http://giochiescommesse.ansa.it/Articolo/31432-14
4) Il PD ha agito concretamente per regolare il gioco e prevenire e curare la ludopatia
Il PD ha presentato, ad inizio legislatura, due progetti di legge, il cui contenuto è stato recepito all’interno dell’articolo 14 della delega fiscale, che è stata modificata al Senato ed è stata approvata in via definitiva dalla Camera la scorsa settimana. Si stabilisce così un regolamento sul gioco d’azzardo (che oggi non esiste) nel rispetto di alcuni principi tra cui il contrasto alla proliferazione delle slot, il divieto di pubblicità destinata ai minori, il riconoscimento dei regolamenti comunali che disciplinano l’ubicazione di slot machines, sale giochi e simili.
Il PD ha inoltre depositato una proposta di legge, in discussione in commissione affari sociali, per la prevenzione e la cura delle ludopatie.