Università e ricerca una priorità, pronta la strategia di governo
«L’istruzione e la formazione rappresentano un bene pubblico o un privilegio che si acquista?». Un interrogativo sul quale Marco Meloni, responsabile nazionale del Pd per Università e ricerca, si è soffermato per spiegare quale sarà l’attività del partito in questo settore. Candidato alla Camera in Liguria, il dirigente nazionale del partito ha incontrato ieri a Sassari e Cagliari gli esponenti del mondo universitario assieme a Maria Chiara Carrozza, presidente del Forum nazionale Università e ricerca del Pd, per «dare vita a un nuovo metodo che consiste nel presentare e discutere le idee con i diretti interessati», ha sottolineato Meloni.
CAMBIO DI ROTTA L’assunto di base è che «l’università debba rappresentare, innanzitutto un luogo di mobilità sociale», ha spiegato Marco Meloni, «è necessario incrementare gli investimenti e aumentare il livello di istruzione delle giovani generazioni». Ad avallare «la necessità di un cambiamento radicale», ci sono i numeri che Meloni riporta per fornire un quadro complessivo sulla ricerca e l’università in Italia: « Le borse di studio sono il 7% e, spesso, vengono interrotte, mentre la media europea è al 25%. L’Italia spende 19 miliardi di euro per la ricerca occupando il trentaduesimo posto nell’Ocse». Dato per acquisito l’incremento dei finanziamenti, sono state evidenziate altre criticità, in particolare «il blocco del turn-over, che rischia di far perdere una generazione di ricercatori», ha detto Meloni, «e la necessità che l’università sia accessibile a tutti e non sia un privilegio di un’élite». Maria Chiara Carrozza, candidata alla Camera in Toscana, ha sottolineato «l’importanza di capire quali siano le aspettative degli italiani nei confronti della formazione». Nell’analizzare il legame tra università e mondo del lavoro, sul quale si genera un gap spesso caratterizzato da scarse aspettative, Carrozza ha spiegato che «anche per lavori inerenti l’agricoltura o l’artigianato serve una competenza e un’alta formazione che permettano di raggiungere le eccellenze».
LE CRITICHE La campagna elettorale in corso spinge i due esponenti del Pd anche a elencare «gli errori del passato e le differenze che ci contraddistinguono dagli altri schieramenti». La prima precisazione riguarda «un diverso modo di concepire l’accesso all’università e gli stanziamenti per la ricerca», ha evidenziato Meloni, «il centrodestra ha tagliato i fondi e privilegiato il nord Italia. Negli ultimi 20 anni sono stati spostati cinque punti di spesa pubblica dall’istruzione». Maria Chiara Carrozza ha voluto rimarcare le differenze con gli avversari politici, ribadendo che «non crediamo all’innovazione per complotto: le vere riforme si fanno attraverso un confronto». Sul futuro dell’attività parlamentare, la prima certezza riguarda «la modifica della legge 240 del 2010, sulla riforma universitaria, che ha autorizzato le decurtazioni all’università», ha promesso l’esponente sardo, «siamo convinti della necessità di un contratto unico di ricerca che permetta a chi lavora in ambito universitario di poter vivere dignitosamente».