VOTIAMO PD, VOTIAMO I CANDIDATI SARDI

Oggi e domani siamo nuovamente alle urne, per rinnovare il Parlamento europeo. Sono strane elezioni. Nonostante il tema in discussione dovrebbe essere l’Europa, il dibattito in Italia è quasi interamente incentrato sulla politica nazionale. Non è questa certo una novità e d’altronde è indubbio che esse costituiscano un primo significativo test per il centrodestra al governo della regione e del Paese. Alcune considerazioni.

Spostare l’attenzione sulle questioni nazionali è per il centrodestra un’opportunità per mascherare il proprio imbarazzo quando si parla di Europa. Un imbarazzo che nasce dalla loro generale impreparazione in materia, e nello specifico dall’antieuropeismo di fondo di una non piccola parte del loro schieramento. Coloro che osteggiarono fermamente l’euro hanno ancora difficoltà ad ammettere che senza la moneta unica le finanze pubbliche italiane in questi anni sarebbero in fallimento. Esattamente come accade qualche anno fa all’Argentina. Grazie al centrosinistra, grazie a Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi, invece, è stato possibile salvare l’Italia e, con il suo pieno inserimento nella zona Euro, metterla nelle condizioni di difendere i propri interessi economici e di preservare la propria influenza sul piano dei rapporti internazionali. Da sola – come avrebbe voluto negli anni novanta il centrodestra, che ora finge di dimenticare la questione – l’Italia non avrebbe potuto far altro che affondare economicamente e scomparire dallo scenario dei paesi più influenti.

Certo, in questi giorni, una forte mano a farla scomparire, o se non altro a farla vergognare, ha certo saputo darla il nostro ineffabile Presidente del Consiglio. Un Presidente del Consiglio che si rende ogni giorno di più ridicolo agli occhi del mondo. Noi non vogliamo giudicarlo per la sua morale privata – a questo ha già pensato la moglie, con parole definitive – ma certamente dobbiamo giudicarlo per la sua morale pubblica. Berlusconi conferma su questo piano le sue caratteristiche più intollerabili e pericolose: la tendenza a non dire mai la verità, su nulla, e il disegno complessivo di alterare i principi democratici costituzionali per costruire una legge per il principe – lui solo – e una per il popolo. Secondo questa doppia morale non è reato, né deve destare preoccupazioni, che il principe corrompa un giudice. È tutto regolare se il principe usa i voli di stato per portare in una sua residenza privata ballerine e cantanti o se – come già avevamo rilevato durante la campagna per le regionali – sfrutta, insieme ai suoi ministri, mezzi e risorse della collettività per fare campagna elettorale, per gli interessi elettorali della propria parte politica.

In verità, il centrodestra nasconde dietro le polemiche e i polveroni mediatici la propria incapacità ad affrontare l’emergenza economica dell’Italia. Nessun dato li preoccupa, neanche del più autorevole (nonché indipendente) istituto, dalla Banca d’Italia, all’Istat o all’Ocse. E, dunque, forse per mostrare di essere davvero convinti che i dati catastrofici sull’economia italiana siano una pericolosa propaganda sovversiva, e non la realtà, non fanno nulla. L’Italia è l’unico paese a non avere riprogrammato e potenziato i propri investimenti in chiave anti-crisi. A non essere intervenuto né con riforme strutturali né indirizzando risorse specifiche ad affrontare la crisi. I nostri governanti hanno preferito, lungi dall’accogliere le proposte del PD, spendere le risorse disponibili in due brillanti operazioni come l’abolizione dell’ICI prima casa per le fasce più abbienti della popolazione, con un costo per lo Stato pari a quasi 3 miliardi di euro, più o meno equivalente a quello sopportato per trasferire sul pubblico erario, cioè su tutti noi, i costi del fallimento di Alitalia, regalata poi a pochi imprenditori.

Per non parlare della Sardegna. Ormai è evidente come in poche settimane di governo regionale il centrodestra sia riuscito nella lodevole impresa di rovesciare completamente il rapporto tra la Regione e lo Stato: dall’autorevolezza dell’amministrazione Soru, capace attraverso un confronto rigoroso, condotto con chiarezza di argomenti e tenacia, di ottenere risultati rilevantissimi, alla totale sottomissione di Cappellacci. Il nostro presidente della Regione è ormai giunto al punto di rendere impossibile al governo regionale la semplice denuncia dei danni arrecati dal Governo nazionale al tessuto economico isolano, nonché alla dignità delle nostre istituzioni regionali. Le questioni di cui abbiamo a lungo discusso durante le scorse settimane portano inevitabilmente a questa sconsolata conclusione: il G8 tolto alla Sardegna per nascondere le mancanze del Governo nell’organizzazione del vertice e nella gestione dell’emergenza abruzzese, che ha comportato la perdita di oltre 600 milioni di euro, la crisi della chimica sarda, con gli impegni assunti da Berlusconi e Cappellacci in campagna elettorale che si sono rivelati carta straccia, la sottrazione dalle disponibilità della Regione di molte centinaia di milioni di fondi FAS destinati alla Sardegna per realizzare investimenti infrastrutturali, dirottati invece per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e per il finanziamento della Cassa integrazione delle industrie del Nord Italia. E, visto che siamo in tema di elezioni europee, ricordate le rassicurazioni sul collegio sardo alle europee, che ci consentirebbe di avere, come sarebbe nostro diritto, con certezza due europarlamentari sardi a Bruxelles? Balle. Il centrodestra non ha consentito neppure di votare sulla proposta, avanzata dai senatori del Partito Democratico, di istituire questo collegio. Di riconoscere alla Sardegna questo diritto.

La migliore risposta al trattamento riservato da questo Governo alla Sardegna e all’Italia è votare PD. Votare PD vuol dire non solo pronunciare un forte NO a questo centrodestra, ma dire tre importanti SÌ:

un SÌ alle nostre proposte. Un SÌ al PD, un partito che ha dimostrato non solo di essere l’unica opposizione credibile ma anche di avere le idee migliori per il rilancio dell’Italia. Un Sì ai candidati sardi del PD, Francesca Barracciu e Bruno Dettori, per avere nuovamente una rappresentanza competente nelle Istituzioni comunitarie, dove si assumono moltissime decisioni che incidono sulla nostra vita quotidiana e sulle risorse a disposizione della nostra Regione.

Il 6 e il 7 giugno 2009

VOTA PD

Vota i nostri due candidati sardi Francesca BARRACCIU e Bruno DETTORI,

barra il simbolo del PD e scrivi a fianco i loro cognomi
 

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