Zone Franche Urbane: il silenzio di Cappellacci e le contraddizioni del centrodestra

Zone Franche Urbane: il silenzio di Cappellacci e le contraddizioni del centrodestra

Come è noto, con il “decreto-Crescita” il governo ha ripristinato le Zone Franche Urbane, nelle quali è previsto un regime di esenzione fiscale in grado di promuovere lo sviluppo delle attività economiche, e dunque di favorire l’attrazione di impresa e di incrementare l’occupazione. Il provvedimento però si applica solo le Regioni in maggiore ritardo di sviluppo, e di conseguenza non alle città sarde – Cagliari, Quartu Sant’Elena e Iglesias – che erano state ammesse, nel 2008, alla fruizione del beneficio fiscale.

Anche a seguito dell’allarme avanzato dalle organizzazioni di categoria, ci saremmo aspettati una decisa presa di posizione da parte della Regione. Finora, al contrario, di Cappellacci e dei suoi assessori si è percepito solo il silenzio, che sarebbe incredibile se non fosse l’abituale atteggiamento di questa Giunta regionale nei confronti delle partite decisive per ridare un po’ di fiato alla drammatica condizione economica della nostra Isola.

Forse la Giunta regionale non si rende conto che, al di là delle periodiche quanto inapplicabili fantasie sull’istituzione di zone franche, questo è l’unico meccanismo legittimo per creare, in Sardegna, una fiscalità di vantaggio. Un regime che, oltre alle prime tre selezionate, potrebbe essere esteso – fin d’ora o in futuro – ad altre realtà urbane della Sardegna.

Perché governo e Parlamento prendano seriamente in considerazione questa richiesta  la Regione deve sviluppare una forte richiesta politica di intervento, e, più nello specifico, dichiarare la propria disponibilità a riprogrammare i Fondi europei, condizione per l’attivazione delle ZFU.

Sono queste le questioni di fondo che ho posto al presidente Cappellacci e alla Giunta regionale, in una interrogazione presentata nella giornata di oggi.

Ad ogni modo, anche in assenza di un intervento da parte di questa Giunta, è comunque necessario che sul ripristino delle ZFU si concentri l’attenzione della politica regionale, nella consapevolezza che si tratta di uno dei pochi strumenti a disposizione per portare sul nostro territorio vantaggi competitivi di cui c’è assoluto bisogno. Il fatto che i parlamentari del Partito Democratico si stiano già attivando perché il Parlamento corregga il provvedimento è certamente un segnale importante, che auspico possa condurre a un esito positivo.

Alle flebili voci che giungono dal centrodestra credo si debba chiedere anzitutto coerenza e rispetto per la verità dei fatti. Che sono chiari: le Zone Franche Urbane furono istituite dal governo Prodi, sono state sempre avversate dal centrodestra e mai adeguatamente sostenute dai suoi rappresentanti sardi. I responsabili della scelta di non dare seguito alle disposizioni che avrebbero consentito a Cagliari, Quartu e Iglesias di usufruire già da qualche anno dei benefici fiscali sono Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia del precedente governo. Dunque, gli esponenti del PDL che, come il sindaco di Quartu Sant’Elena, oggi gridano allo scandalo, farebbero bene a mettersi d’accordo con la loro parte politica e con loro stessi. Dunque, per riacquistare un minimo di credibilità, anzitutto chiedano scusa, a nome del proprio partito, alle comunità che con la loro complicità hanno subìto questo esproprio, e anziché abbandonarsi a sterili proclami si diano da fare per richiamare il presidente della Regione a prendere sul serio, per una volta, i suoi doveri istituzionali.