Di Pietro nel vortice della follia istituzionale
“Purtroppo la paura di Beppe Grillo sta portando Antonio Di Pietro verso una strada a senso unico di follia istituzionale, lastricata del tradimento continuo dei più elementari principi di lealtà costituzionale. Può percorrerla finché vuole, ma quantomeno eviti di appellarsi alla Costituzione che ignora e calpesta. Eviti, soprattutto, di usare solo per bieco cinismo la ferita dei rapporti tra mafia e apparati pubblici, aperta nella nostra coscienza civile, oltre che nella testimonianza di molti, troppi, servitori dello stato costretti a farsi eroi. È impossibile che questa visione dell’Italia e delle istituzioni sia parte della ricostruzione del Paese attraverso la buona politica. Nel delirio, speriamo che Di Pietro ritrovi un barlume di lucidità e accetti con serena rassegnazione che nel nostro stato di diritto la titolarità a interpretare la Costituzione (e dunque le norme della medesima che disciplinano lo status del presidente della Repubblica, a tutela non della sua persona ma della sua funzione di garante imparziale dell’equilibrio tra i poteri dello Stato e di rappresentante della Nazione) è attribuita non già all’onorevole Antonio Di Pietro, ma alla Corte Costituzionale”.
Lo dichiara in una nota Marco Meloni, responsabile Riforma dello Stato in segreteria nazionale del PD.