Domenica si vota: la posta in gioco è il futuro della nostra Isola.
Domenica la Sardegna è chiamata al voto per eleggere il Presidente della Regione e il Consiglio Regionale.
La posta in gioco è altissima, la più alta da molti decenni. Il futuro della nostra Isola è fortemente a rischio. Cinque anni di guida della Regione da parte della destra di Solinas e Truzzu hanno fatto arretrare la nostra condizione economica e sociale. In questi cinque anni la destra ha fatto prosperare clientelismo e affarismo, occupazione becera del potere e incompetenza. Risultato: siamo precipitati agli ultimi posti in Italia sulla sanità e sulla scuola, non possiamo più muoverci liberamente né all’interno della Sardegna né verso la Penisola e l’Europa perché sulla continuità territoriale, come sull’energia e sull’insularità, non è stato fatto assolutamente nulla.
La scelta che abbiamo di fronte è molto chiara.
Da un lato Alessandra Todde e il centrosinistra democratico, progressista e autonomista, nel quale il Partito Democratico ha svolto con generosità una funzione fondamentale, di fulcro e di coesione di una coalizione ampia e unita. Abbiamo scelto una candidata di grandissime capacità, dimostrate dalle sue esperienze professionali, istituzionali e politiche. Alessandra Todde, insieme all’ampia coalizione che la sostiene, sarà in grado di promuovere un cambiamento profondo della Regione, di riattivare le enormi energie del nostro popolo. Di riportare onestà, competenza e trasparenza dove in questi anni ci sono stati malaffare e approssimazione.
Dall’altro lato il sindaco uscente di Cagliari, Paolo Truzzu. Lo abbiamo detto spesso in questa campagna elettorale: se Solinas era l’ultimo nella graduatoria dei presidenti di Regione italiani, Truzzu è terzultimo in quella dei sindaci. Sempre in piena zona retrocessione. Chi vive o si trova a dover passare per Cagliari può toccare con mano il disastro di una amministrazione che ha bloccato la città, con mille cantieri aperti contemporaneamente che procedono disordinatamente e a rilento; che ha reso la città meno sicura, meno pulita, meno aperta e meno tollerante. Il programma di Truzzu è semplice: andar d’accordo col governo nazionale guidato da Giorgia Meloni, essere al suo servizio. La Sardegna come una pedina nel disegno di occupazione del potere dell’ultradestra italiana. Il governo nazionale in poco più di un anno ha dimostrato di agire sempre contro gli interessi della Sardegna: sull’autonomia differenziata, che – nonostante il voto contrario del PD – distrugge per sempre ogni possibilità di riequilibrio tra le regioni più ricche e quelle in ritardo, come la Sardegna; sull’insularità, alla quale – bocciando le proposte del PD – il governo non ha destinato un solo euro; sul dimensionamento scolastico, col quale – bocciando le proposte del PD – la destra al governo condanna la regione italiana col più alto abbandono scolastico a un futuro di sempre maggiore povertà e ingiustizia, mettendo a rischio il futuro delle comunità più piccole e le opportunità di migliaia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze.
La Sardegna è a un bivio, non ci sono terze vie. Esiste, per la verità, un terzo polo: una sedicente “coalizione sarda” sostanzialmente fiancheggiatrice delle liste della destra di Solinas e Truzzu, che infatti ha consentito la presentazione delle sue liste con la sottoscrizione dei suoi consiglieri regionali. Dunque, in realtà, una coalizione anti-sarda. Parafrasando quanto il suo leader disse nel 2014, quando Michela Murgia si candidò a Presidente, occorre dire molto chiaramente una verità oggettiva: chi vota Renato Soru vota Paolo Truzzu. E chi non vuole che Paolo Truzzu e la destra di Solinas abbiano ancora 5 anni per distruggere definitivamente la Sardegna ha una sola scelta: votare per Alessandra Todde e per il centrosinistra.
È stata una bellissima campagna elettorale, tra la gente con cui sono cresciuto e con cui vivo, nella vita e nella politica. Ho percepito entusiasmo e voglia di riscatto crescenti: per questo possiamo farcela. E ce la faremo!
Da lunedì la Sardegna può voltare pagina e ogni energia è decisiva per promuovere il cambiamento. Per farlo abbiamo una sola possibilità: votare per Alessandra Todde presidente e per il Partito Democratico della Sardegna.