Maggioranza con Napolitano Di Pietro difende i magistrati
Il Sole 24 Ore, 17 Luglio 2012, di Una Palmerini
La decisione di Giorgio Napolitano di sollevare un conflitto di attribuzione contro la procura di Palermo irrompe nella giornata politica e trova più sostenitori che critici. Qualche acuto, peraltro scontato, si è sentito dalle parti di Antonio Di Pietro e di Rifondazione. invece sceso in campo direttamente Pier Ferdinando Casini, unico tra i leader, ma molti sostegni sono arrivati dal campo del Pdl con i capigruppo. Gelido invece il clima nel Pd dove, a condividere il gesto del Quirinale, è stato il vicesegretario Enrico Letta con un tweet. E Pierluigi Bersani? Il più stretto collaboratore del segretario risponde che la reazione del partito è stata affidata a Letta. Ma vediamo quali sono state le parole che la politica – ieri ha speso sulla vicenda del capo dello Stato. Comincia Casini: «L`iniziativa del presidente della Repubblica di chiarire le prerogative dell`istituzione che rappresenta è un atto di responsabilità che solo gli analfabeti possono fraintendere: le persone passano ma le istituzioni rimangono ed è necessario che non si creino precedenti che possano inficiare le prerogative del capo dello Stato». Ecco, il leader dell`Udc si mette proprio sul solco dell`iniziativa del Colle volta a difendere le prerogative del ruolo al di là delle singole persone. Una reazione simile è scritta nel tweet di Enrico Letta che definisce «più che opportuna l`iniziativa del Quirinale: porterà chiarezza ed eviterà in futuro contraddizioni e pericolosi conflitti tra poteri dello Stato». Per una volta le difese più appassionate – alcuni dicono interessate – arrivano dal Pdl. Ma quale sarebbe l`interesse? Quello di rispolverare il Ddl contro le intercettazioni, per esempio. Per la verità solo alcuni esponenti del centro-destra l`hanno rimesso sul tavolo perché – innanzitutto – c`è stata la difesa del Colle contro la procura di Palermo: «Bene ha fatto il capo dello Stato per il gravissimo comportamento di Ingroia, che continua a violare anche le più semplici regole del vivere civile, per non parlare dei suoi strappi alla Costituzione», così parlava il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Ma anche il vicepresidente di Montecitorio Maurizio Lupi ha voluto sostenere la tesi del Quirinale: «Giorgio Napolitano ha agito in maniera corretta. Inopportuno, semmai, è quello che è accaduto a Palermo». Più sferzante è chi, come Alfredo Mantovano, ha ricoperto un ruolo delicato al fianco di Maroni come sottosegretario all`Interno: «Se da parte del Quirinale sollevare il conflitto di attribuzione per le intercettazioni subite è ineccepibile, sconcerta la perseveranza nella difesa dell`atto di indagine da parte della procura di Palermo, con distinzioni fra rilevanza e irrilevanza, occasionalità e prevedibilità che non spostano di un millimetro la sostanza».
Ad attaccare il Colle e schierarsi con i magistrati di Palermo è invece Antonio Di Pietro: «Ha ragione Napolitano quando sostiene che non devono esserci interferenze tra i vari organi costituzionali dello Stato e, proprio per questa ragione, ci auguriamo che nessuno, qualunque carica rivesta, interferisca con l`autorità giudiziaria nell`accertamento della verità. L`Idv si schiera senza se e senza ma al fianco dei magistrati palermitani». Insomma, uno schieramento che trascura la Carta Costituzionale come gli fa notare un solitario Marco Meloni del Pd mentre tutto il resto del partito è impegnato a reagire più contro Grillo a difesa di Rosy Bindi. Dalla stessa parte di Di Pietro anche un esponente Fli, Fabio Granata che ricorda l`assassinio di Paolo Borsellino, 11 19 luglio di vent`anni fa, e si schiera anche lui con i Pm. «A vent`anni dalla strage la destra legalitaria e repubblicana non può che stare al fianco dei magistrati». Di certo, questa vicenda – non marginale segnerà i partiti.