Marco Meloni: “Il partito di Schlein è casa anche per noi cattolici”

Marco Meloni: “Il partito di Schlein è casa anche per noi cattolici”

Intervista al senatore dem: “Le prime scelte di questa segreteria sono in linea con la guida di Letta”

di Giovanna Vitale (da Repubblica)

Senatore Marco Meloni, per il Pd non è un brutto segnale l’addio di un riformista come Enrico Borghi?
«Mi sembra un gesto isolato, frutto di una decisione grave e immotivata. Borghi descrive il Pd come la caricatura che di noi fa la peggiore propaganda di destra. In più, lasciare il partito nel quale si è stati eletti per traslocare in una micro-forza personale è una mancanza di rispetto per chi lo ha votato».

La critica è: con Schlein si è avviata una mutazione genetica del Pd, da riformista a massimalista di sinistra. È del tutto fuori strada?
«È un’affermazione falsa, non supportata dai fatti. Le prime scelte di questa segreteria – penso alla posizione sull’Ucraina, sul termovalorizzatore, su lavoro e salari – sono in linea con quella precedente guidata da Letta, di cui io ero coordinatore e Borghi faceva parte. Non c’è il rischio di una mutazione genetica, fermo restando che bisogna vedere come si andrà avanti, se cioè unità e pluralismo continueranno a essere la cifra del Pd».

Non è un po’ lunare sostenere che Schlein sta proseguendo la linea Letta? Non è stata lei stessa a porsi in forte discontinuità con il passato?
«È evidente che ci sono elementi di novità, un’impostazione più radicale, maggiore apertura a soggetti che vengono da fuori il Pd. Faccio tuttavia notare che alcune delle proposte che oggi sembrano scandalizzare, come il matrimonio egualitario, erano già nel nostro programma per le Politiche. E altre, ripeto, vanno in continuità».

Neppure la segreteria le sembra troppo sbilanciata a sinistra?
«Certo, ci sono figure con una storia marcatamente di sinistra. Del resto, c’è stato un congresso. Sospetto che su Schlein pesi un pregiudizio».

È un fatto però che i cattolici abbiano espresso disagio.
«Sono anch’io un cattolico democratico, vengo da quella storia e credo che nessuno abbia l’esclusiva della rappresentanza di un’area culturale che esprime sensibilità diverse, pur appartenendo alla stessa tradizione. Mi sembra che si tenda a sovrapporre i concetti di cattolicesimo politico e di moderatismo: è un errore. I cattolici di sinistra sono assai presenti, in posizione chiave, al vertice del partito e dei gruppi parlamentari».

Ma visto che il Pd dovrebbe fare sintesi, non è stata un’imprudenza dichiararsi a favore della surrogata?
«I fatti dicono che finora il Pd si è opposto alla destra che vuole cancellare le trascrizioni e togliere diritti alle bambine e ai bambini. Per me è giusto mantenere il divieto di maternità surrogata, ma – lo ha detto la stessa segretaria – su tutti i temi più controversi si discuterà in modo approfondito. È evidente che si dovrà tener conto che il popolo delle primarie ha premiato una mozione scandita da punti chiarissimi sui diritti civili e sociali».

Pure Prodi ha esortato a guardare anche al centro, a “comporre le diversità”, chiedendo a Schlein di ricercare sempre “un compromesso, che è parola nobile”.
«Condivido: il compromesso è il modo in cui deve agire un partito così grande che ha nel pluralismo interno il suo codice di comportamento. Mi pare che sia Schlein, sia Bonaccini siano partiti bene, dimostrando che noi sappiamo stare insieme. Adesso siamo chiamati a misurare questa capacità nel tempo, per costruire unalternativa seria alla destra».

Il Pd però da solo non basta e non si vedono alleanze all’orizzonte.
«Il Pd deve testardamente lavorare per essere il fulcro di una coalizione ampia di centrosinistra che includa i 5Stelle e altre forze progressiste: solo unendoci saremo in grado di prevalere. Noi dobbiamo evitare la tentazione di rispondere a chi prova a dividere le opposizioni e praticando l’unità sui temi. Sanità e istruzione pubblica, salario minimo, no all’autonomia differenziata: è questo il terreno comune su cui ritrovarsi, oltre ogni egoismo di partito».

Conte non sembra propenso, dice: “Il Pd è un partito di potere”.
«Io spero che si ricreda perché andare contro il Pd anziché contro la destra significa tradire la volontà dei suoi stessi elettori. Altrimenti continuerà a fare un favore a Giorgia Meloni, come è accaduto alle ultime elezioni».

E con Renzi ci sono possibilità?
«Io parlo di centrosinistra, lui vuol tenersi le mani libere, quindi mi pare molto complicato».