Regionali: Soru, istruzione e ospedali più che cemento

ANSA – Torino, 3 Febbraio 2009

Contro di noi dal centrodestra uno spiegamento mai visto
(di Barbara Beccaria)

«Tra noi e il centrodestra che sta facendo di tutto per “conquistare” la Sardegna, mandando ogni giorno un ministro se non Berlusconi stesso, uno spiegamento mai visto, c’è una differenza. Loro puntano sul cemento per fare della Sardegna una ciambella con le coste piene e il vuoto al centro; noi sull’istruzione, sui risparmi nell’amministrazione, sugli ospedali». Lo ha detto a Torino Renato Soru.

Invitato ad incontrare al Cinema Massimo, a Torino, la comunità sarda residente in Piemonte (12.000 a Torino, 35.000 in Provincia), il candidato del centrosinistra Soru ha illustrato il suo programma elettorale chiedendo ai tantissimi presenti, «una telefonata a casa perchè diano un voto alla compagine che da 5 anni sta cercando di cambiare la Sardegna».

«Sto girando l’Italia per fare una campagna elettorale diversa dal solito – ha spiegato – presso i sardi venuti via dalla Sardegna tanti anni fa in cerca di un lavoro, di formazione professionale, di università, di specializzazioni, perchè credo possiate capire bene cosa sto cercando di fare, di trasformare la Sardegna in un paese dove finalmente ci siano ospedali, università e occasioni di lavoro affinch è i giovani non siano obbligati ad emigrare per avere queste cose».

Ma non è tutto qui: «Sto girando la Sardegna palmo a palmo e l’Italia – ha aggiunto – anche perchè a me non è dato andare in televisione. Pensate che in 5 anni, il primo canale privato italiano non mi ha mai intervistato, così ho deciso di venire io a trovarvi». Tra i punti centrali del suo programma, Soru ha messo l’istruzione «perchè solo con l’alta scolarizzazione oggi si diventa cittadini consapevoli e in grado di intervenire e anche di lavorare, e io voglio che tutti i sardi, anche i più poveri, possano fare un percorso universitario, se lo vogliono, nelle università sarde, ma anche nel resto del paese e del mondo, magari per tornare poi a casa mettendo il proprio sapere al servizio della comunita».

«Berlusconi ama insultarmi, mi ha anche dato dello xenofobo – ha aggiunto – ma io, con il progetto universitario “master and back” e con gli aiuti alle famiglie ho fatto di tutto perchè i giovani sardi potessero andare all’estero o nel resto del paese per prepararsi. Io voglio una Sardegna europea, capace di camminare con le proprie gambe, consapevole del valore delle sue bellezze naturali, purchè non stuprate dal cemento, forte e autonoma, ma questo credo che a Berlusconi dia fastidio». E a Berlusconi che oggi lo ha definito fallito, Soru ha ribaltato una domanda: «se davvero gli sta a cuore la Sardegna, la sua crescita, perchè non cerca di cambiare la legge elettorale per dividere il nostro collegio elettorale che ora comprende Sardegna e Sicilia dando cosi’ finalmente la possibilita’ alla Sardegna di avere una sua voce in Europa?».