Università: Meloni (PD), Riforma sì ma DDL sbagliato

Una riforma dell’università “è necessaria, ma la proposta presentata dal Governo è profondamente sbagliata”. Lo afferma Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca del Pd.

“Un disegno centralista che toglie qualsiasi autonomia agli atenei e nega tutti i principi a cui afferma di ispirarsi. Non ci sono autonomia e valutazione, non ci sono interventi per sostenere il merito, nè‚ degli studenti nè‚ dei giovani ricercatori. C’è solo l’obiettivo – osserva – di rendere stabili i tagli di 1,4 miliardi di euro al finanziamento dell’università: l’Italia investe poco piú della metà della media europea per la sua università, gli altri continuano a farlo perch‚ solo con la conoscenza e la ricerca si puó uscire forti anche da questa crisi. Dunque una riforma sbagliata nella sua impostazione e incapace di risolvere sia i problemi contingenti (la carenza di risorse, con gli atenei che tra pochi mesi avranno difficoltà anche a pagare gli stipendi, la valorizzazione dei ricercatori, una possibilità per le migliaia di precari) sia quelli strutturali, come la ripartizione delle risorse, l’orientamento e la mobilità degli studenti, l’immissione di una nuova generazione di ricercatori nelle carriere accademiche”.

Il Pd si oppone al disegno del governo e propone un progetto alternativo, ancorato a una serie di proposte contenute negli emendamenti presentati al ddl Gelmini. “Studenti, ricercatori e carriera, funzionamento del sistema, risorse – spiega Meloni – sono i quattro punti centrali. Proponiamo di destinare risorse per gli studenti meritevoli ancorch‚ privi di mezzi, cosí come prevede la Costituzione ma non il governo; nuove regole per ricercatori e docenti, con l’abolizione del precariato intellettuale, percorsi rapidi di carriera e un forte ricambio generazionale per equipararci alla media europea; di costruire un sistema piú efficiente e coeso, con l’autonomia e la valutazione per gli atenei, sulla quale fondare la ripartizione delle risorse; di investire realmente nell’università e nella ricerca, ripristinando le risorse ordinarie oggetto dei tagli del governo e programmando investimenti che ci riportino, anche qui, nella media europea”.