Svolta sulle tasse universitarie: stop agli aumenti

Svolta sulle tasse universitarie: stop agli aumenti

Da l’Unità del 28 luglio 2012, di Massimo Franchi

ROMA  – Tempi allungati ma saldi invariati. Il decreto sulla spending review ha affrontato la terza nottata consecutiva per arrivare al via libera della commissione Bilancio del Senato e lunedì arriverà in aula, dove il governo metterà la fiducia su un maxiemendamento che raccoglie gli emendamenti votati in commissione concordati e votati con il parere favorevole dello stesso governo. Toccherà alla conferenza dei capigruppo decidere se il voto avverrà la sera di lunedì o martedì mattina. Molti i passi avanti su svariati campi, a partire dal tema sollevato dal Pd delle tasse universitarie. L`emendamento approvato abroga il testo precedente che prevedeva un forte aumento (fino al raddoppio) delle tasse universitarie anche per gli studenti in corso. La nuova norma invece prevede che non ci siano aumenti per gli studenti in corso. Per quelli fuoricorso invece gli aumenti andranno in base al ritardo negli studi e al livello di reddito con un forte criterio progressivo basato su tre scaglioni: le tasse rimarranno invariate per gli studenti-lavoratori e gli studenti con un Isee basso, mentre per quelli con Isee familiare fino a 90mila euro l`aumento sarà del 20 per cento, mentre per quelli con reddito superiore si arriverà fino al raddoppio. I fondi poi, oltre a ripianare i bilanci delle università, serviranno per finanziare il diritto allo studio, in primis le borse di studio. «L`emendamento sulla tassazione dei fuoricorso è molto positivo: gli studenti in corso non vedranno aumentare di un euro la loro contribuzione, in più l`incremento è solo una possibilità che dipenderà dalle scelte delle università», spiega Marco Meloni, responsabile Pd università e ricerca. Miglioramenti e meno tagli anche per Province e Comuni. Alle Province in deficit arriva un fondo di 100 milioni mentre i Comuni in debito potranno usufruire di 800 milioni che le Regioni provvederanno a ripartire. Sempre sul tema Province, i tanti emendamenti proposti sono stati riassunti in un nuovo testo che, se da un lato parla di «riordino» invece di «soppressione e accorpamento», dall`altro tiene fede al testo originario del governo e non prevede nessuna Provincia salvata dai criteri dei 250mila Km quadrati e 350mila abitanti. «Capisco le pressioni dei singoli territori – commenta il relatore Pd Paolo Giaretta – ma la riorga- nizzazione degli enti locali è un`opportunità e una sfida per i nostri amministratori».
Soddisfazione è poi stata espressa dalla Cgil per l`approvazione dell`emendamento che esclude dalla riduzione di almeno il 50% le risorse destinate alle autovetture utilizzate «per i servizi sociali e sanitari svolti per garantire i livelli essenziali di assistenza». Un altro emendamento, sempre fortemente sopportato dalla Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Pa, in collaborazione con esponenti della politica e della cultura, ha salvato dal taglio il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Cineteca Nazionale e l`Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi. Ancora in lista d`attesa, ma molto vicina all`approvazione, anche le norme a favore dei terremotati dell`Emilia, che dopo aver ricevuto una drastica riduzione nel decreto Sviluppo, potrebbero trovare una compensazione nella Spending review, col ripristino del credito di imposta per le aziende colpite e con la possibilità di nuove assunzioni da parte dei Comuni. Fino alla fine poi il Pd ha cercato di trovare un accordo con tutta la maggioranza per allargare la platea degli esodati, facendo i conti con la rigidità del governo che non vuole cambiare i saldi di bilancio.