Centomila sardi per il Papa: le parole per la politica, l’unità del popolo e delle istituzioni

Credo sia stata – come lo furono quelle in cui la nostra Isola ospitò i Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II – una giornata storica per la Sardegna, dalla quale possiamo cogliere, tra gli altri, due segnali molto importanti.

 

Il primo è nel discorso del Santo Padre, che ha fatto appello alla necessità che chi amministra la cosa pubblica per conto dei cittadini – o li rappresenta nelle istituzioni – sia più responsabile, più onesto, più preparato, proprio in ragione di questa responsabilità collettiva. Un richiamo che deve spingere le classi dirigenti del nostro Paese, e in particolare le forze politiche, a comprendere che senza un grande salto di qualità nella competenza delle persone, nell’efficienza delle istituzioni, nel rafforzamento degli spazi di partecipazione dei cittadini, il declino del nostro Paese proseguirà inarrestabile. Per noi cattolici democratici le parole del Pontefice, oltre a riportare alla memoria gli insegnamenti di De Gasperi, Moro, Zaccagnini, sono anche un’esortazione a fare del nostro impegno politico sempre una testimonianza della fede, anche in questa stagione politica nella quale i cattolici sono presenti in una molteplicità di partiti e nei diversi schieramenti, e a riflettere costantemente sul significato dell’impegno dei cattolici sul terreno della politica.

 

L’altro messaggio viene dalla Sardegna e dal suo popolo, che ha mostrato una unità e una partecipazione che testimoniano il meglio di una società che, pur in un momento così difficile per l’economia italiana, ha in sé le risorse culturali, umane, spirituali per continuare a progredire e a crescere, con uno spirito di solidarietà e coesione che ne è un tratto costitutivo. Una unità che a me è parso cogliere anche nella presenza dei massimi rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali e locali. Possiamo affermare che oggi il presidente Berlusconi, il Presidente Soru, il sindaco di Cagliari, i tantissimi amministratori e i rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni legislative, presenti insieme a migliaia e migliaia di sardi, hanno rappresentato tutti noi, e dunque la solidità della nostra democrazia e delle nostre istituzioni rappresentative, a prescindere dalle contrapposizioni politiche: un fatto che dovrebbe essere scontato, normale, ma che in Italia e in Sardegna molto spesso non lo è per nulla.