Il doppio nodo del Pd sardo

Sedici mesi possono equivalere a un attimo, anche senza scomodare la teoria della relatività. Politicamente, le elezioni regionali sono dopodomani. Anche se la data prevista è giugno 2009. E il centrosinistra non ha molto tempo per riorganizzarsi e tentare di rivincere: cosa non impossibile, anche se dopo le politiche i pronostici sembrano contrari. Ma lo schieramento che sostiene Renato Soru ha diversi problemi da affrontare: e Soru o meglio, la decisione di ricandidarlo oppure no è uno di questi. Probabilmente sarà risolto solo a ottobre, con le primarie di coalizione. Ma un altro problema sarà appunto stabilire chi sarà nella coalizione. E nel frattempo in Consiglio regionale si profilano passaggi delicati, come la riforma dei consorzi industriali, che possono diventare delle trappole. C’è anche chi ipotizza novità a breve in Giunta.

LA SITUAZIONE ATTUALE. In Consiglio la maggioranza è ridotta a Pd, Italia dei valori (un solo eletto) e i due gruppi della sinistra. I numeri per tenere a bada le opposizioni ci sono ancora: tra l’altro nel Pd è appena entrato l’ex sardista Beniamino Scarpa. Ma serve una coesione che finora, proprio sull’argomento consorzi, è stata assai scarsa. E il dopo è un’incognita ancora peggiore. Antonello Cabras, segretario del Pd, l’ha detto subito dopo il risultato del voto del 13 e 14 aprile: «Da solo, il nostro partito non è in grado di vincere le regionali. Deve coalizzarsi». Del resto Cabras lo sapeva già da prima, visto il sistema elettorale. I primi interlocutori sono Idv e sinistra radicale, ma il leader dei democratici guarda oltre: «Col Partito socialista c’è una crisi di rapporto a livello regionale oltre che nazionale, vedremo se si può superare. E poi si tratta di vedere se è possibile coalizzarsi col Psd’Az: le ultime volte è sempre stato impossibile». In attesa delle mosse dei Quattro mori, resta ferma la posizione dei socialisti: «Riuniremo presto i nostri organismi annuncia il segretario Peppino Balia e forse ci sarà un congresso regionale, ma è probabile che si confermi la linea decisa di recente dalla nostra segreteria». Ossia: piena disponibilità per un’alleanza di centrosinistra, ma totale indisponibilità a una coalizione che sia ancora guidata da Soru.

LA LEADERSHIP. E certo la discussione sul leader non può essere solo interna al Pd: «Sicuramente riprende Antonello Cabras pensiamo di poter esprimere la guida del centrosinistra, e il presidente uscente è un autorevole candidato a succedere a se stesso. Ma nel momento in cui pongo il problema dell’alleanza, immagino che gli altri vogliano dire la loro». Se poi si faranno primarie di coalizione, non è impossibile che ci siano due candidati del Pd. «Il nostro statuto non lo vieta», conferma Cabras. Ed è un’ipotesi tutt’altro che di scuola: Soru difficilmente farà un passo indietro, dopo aver più volte detto di volersi ricandidare (accettando, tra l’altro, di sottoporsi alle primarie). Ma è altrettanto probabile che la parte del Pd ostile al governatore proponga un altro nome. Quale, è prematuro dirlo: le ipotesi che circolano nei pettegolezzi della politica (come Antonello Soro, Tore Cherchi, lo stesso Cabras, Graziano Milia) finora non sono mai state neppure lontanamente autorizzate dai diretti interessati. Naturalmente c’è nel partito chi difenderà a spada tratta il presidente uscente: «Io ritengo che il centrosinistra abbia governato bene la Sardegna», ragiona il consigliere regionale Marco Meloni, «e se tutti siamo d’accordo su questo mi sembra scontato riproporre Soru. A meno che qualcuno non voglia dire che abbiamo amministrato male, e dunque è giusto che vinca il centrodestra. Trovo molto complicato che qualcuno possa dire che si è fatta una buona azione di governo nonostante Soru». La coalizione, secondo Meloni, dovrà essere «la più ampia possibile, ma non a tutti i costi. Se ci sono partiti che hanno contrastato molte decisioni della maggioranza, forse non possono far parte di un’alleanza che dovrà avere solide basi programmatiche».

GLI ALTRI PARTITI. Alla fine, il quesito fondamentale dei prossimi mesi pare il seguente: il Pd sarà costretto a risolvere al suo interno il dilemma Soru sì-Soru no, o cercherà di affidarsi alle primarie con gli altri partiti? Quest’ultima via, d’altra parte, sarebbe assai incerta. Certo, in un’eventuale intesa con socialisti e Psd’Az, o magari addirittura con l’Udc (non probabile ma neppure da escludere), queste forze farebbero pendere la bilancia a favore del candidato anti-Soru. Ma questi partiti così lontani dal governatore, accetterebbero mai di partecipare a delle primarie con Soru candidato, correndo il rischio di doverlo sostenere se fosse lui a prevalere? Anche perché non è detto che il governatore non goda del sostegno dell’elettorato più a sinistra. A prescindere dalle decisioni dei dirigenti dei partiti, che comunque si guardano bene dal mettere veti su di lui: «L’unica pregiudiziale per noi sarà cosa si vorrà fare per affrontare la questione sociale in Sardegna», chiarisce il segretario di Rifondazione Michele Piras. «Sicuramente l’eccessivo presidenzialismo non ci è mai piaciuto, e credo che nell’ultimo anno il centrosinistra debba recuperare una capacità di decidere in maniera plurale. Ascoltando tutte le istanze dei sardi. Soprattutto il presidente deve garantire una maggiore capacità di ascolto». Per i Comunisti italiani, concetti simili vengono espressi dal consigliere regionale Tore Serra: «Abbiamo delle recriminazioni per la decisione del Pd di correre da solo alle Politiche, ma in Sardegna credo che vada perseguita non solo l’unità della sinistra, ma la coesione di tutto il centrosinistra». Rispetto alla maggioranza che governa la Regione, perciò, «ci sentiamo pienamente dentro,anzi siamo orgogliosi perché le nostre insistenze sui temi del lavoro e del sociale sono state determinanti per l’ultima Finanziaria». Quanto al leader per il 2009, anche secondo Serra è normale che sia il Pd a esprimerlo: «Ma se quel partito dovesse riproporci Renato Soru, noi non avremmo niente da obiettare».