Investiamo sull’agricoltura, non sull’apparato burocratico che se ne occupa

“Questo voto è molto importante. State decidendo voi a chi dare le chiavi per governare la Sardegna nei prossimi dieci anni. Tutti voi dovete partecipare a fare questa scelta, che deve essere informata e consapevole”. Renato Soru lo ha detto giovedì a Villasor nella sala, affollatissima, dell’ex Convento dei Cappuccini, in un incontro pubblico preceduto da una riunione con i sindaci dell’Unione dei comuni del territorio. Soru è intervenuto dopo le testimonianze di alcuni cittadini, che hanno fatto il punto sulle esigenze del territorio e sulle opportunità offerte in questi anni dal governo regionale. Dal pasticcere alla studentessa sino allo studente lavorato e l’artista, sino a soffermarsi sui temi dell’agricoltura, cari a questa zona del Campidano.

Renato Soru, nel suo intervento, ha ricordato come con il taglio degli enti preposti alla gestione del comparto, “si sono risparmiati 50 milioni di euro, spostati dall’apparato dell’agricoltura all’agricoltura vera e propria”. Riprendendo il tema del lavoro, “che può essere creato e migliorato solo se si investe sulla scuola, sull’istruzione, sulla conoscenza”, Renato Soru ha citato un vecchio detto orientale: “se hai un progetto di un anno – ha detto – pianta grano. Se hai un progetto di 10 anni pianta alberi. Ma se hai il progetto di una vita, manda i figli a scuola. E noi, in Sardegna, abbiamo il progetto di una vita”. A proposito della salvaguardia dell’ambiente e del governo del territorio, Soru ha illustrato l’importanza del Piano di assetto idrogeologico che in questa zona ha temporaneamente bloccato alcune aree ampie per permetterne lo studio della sicurezza. “Aree che – ha precisato Renato Soru – rientreranno nella rimodulazione del PAI entro un paio di settimane. In base allo studio dettagliati del territorio si decide cosa salvaguardare. E’ importantissimo: se questi studi fossero stati fatti molti anni prima, a Capoterra non sarebbe successo quello che purtroppo è successo”.

Temi, quelli della tutela ambientale, ripresi da Renato Soru anche nell’altro incontro della serata, ospitato nel salone di Casa Angioy a Quartucciu. Nuovo bagno di folla e, tra le altre cose, nella spiegazione del Piano paesaggistico, un riferimento a Tuvixeddu. “Il Ppr serve per tutelare il nostro territorio – ha specificato Renato Soru – e serve anche a mettere vincoli su luoghi come Tuvixeddu, perché ci sono delle cose che appartengono a tutti noi, e non solo a pochi. Permettere il cemento nella più grande necropoli fenicio-punica del mediterraneo, che noi abbiamo nel centro della città, sarebbe come permettere di costruire dentro il Colosseo o sull’Appia antica. E il fatto che l’Appia antica esista ancora, si deve alla lungimiranza politica di qualcuno, qualche decennio fa”.

fonte: www.renatosoru.it