La Sardegna e la Strategia di Lisbona: i dati reali sono positivi

La ricerca Il Sole-24 Ore /Sintesi, secondo la quale la Sardegna sarebbe in coda alle regioni italiane rispetto all’attuazione dei parametri della Strategia di Lisbona, non fornisce sufficienti elementi di chiarezza sugli indicatori presi in considerazione e non appare in grado di descrivere in modo affidabile il processo di convergenza delle regioni italiane verso tali obiettivi.
In ogni caso, si deve ricordare che i dati presi in esame riguardano il periodo 2000-2005, e dunque si riferiscono sostanzialmente al passato. Alla situazione che il centrosinistra si è trovato a dover governare, e che abbiamo sempre considerato critica – specie con riferimento ai temi dell’istruzione, della ricerca, dell’innovazione –  sia nel programma elettorale che in tutti gli atti di programmazione economica di questi due anni di governo.

La Sardegna poi viene considerata in coda solo in uno degli ambiti oggetto dell’indagine, la coesione sociale. Giudizio assai discutibile, sul quale sarei curioso di conoscere i dati presi in considerazione. È credibile che la Sardegna faccia segnare un divario di coesione sociale più ampio, a volte molto più ampio, di altre regioni che vivono in condizioni di difficoltà e talvolta emergenza sul terreno sociale, economico, della legalità?

Se si vuole parlare di cose serie, di dati veri e riscontrabili, si devono prendere in considerazione i parametri di Lisbona (PIL, tasso di occupazione, investimenti in ricerca) e i dati ufficiali. La  Sardegna nel 2005 (ultimo dato Istat disponibile) ha fatto segnare una crescita del PIL del 2,2 per cento, mentre l’Italia faceva segnare la crescita zero, e il Mezzogiorno appena lo 0,1%. Il tasso di occupazione è sensibilmente migliore di quelli del Mezzogiorno: l’ultimo dato Istat (III trimestre 2006) vede la Sardegna al 52,4 (Italia 58,4; Mezzogiorno 46,6). Gli investimenti pubblici in ricerca e innovazione vedono la Sardegna al quinto posto tra le regioni italiane. Certo, i problemi non mancano: stiamo indirizzando importanti investimenti nel settore dell’istruzione, stiamo attivando meccanismi che stimolino l’affiancamento delle risorse private a quelle pubbliche nel settore della ricerca.

Anche analisi frettolose e parziali possono comunque costituire uno stimolo positivo. A fare meglio, a disporre di una visione chiara dell’efficacia delle nostre politiche economiche regionali nella direzione della crescita, della competitività, della buona occupazione e dello sviluppo sostenibile. Per questo è utile disporre di un quadro chiaro. Nel dicembre dello scorso anno la Commissione europea, in un documento dedicato alla valutazione delle strategie nazionali per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona, ha individuato 14 parametri (dal PIL pro capite alla produttività per persona occupata, dall’istruzione dei giovani agli investimenti delle imprese), rispetto ai quali credo sia utile monitorare costantemente la posizione della nostra regione e valutare – con indicatori rigorosi di qualità della spesa – la capacità di convergenza degli strumenti di programmazione in via di approvazione per il periodo 2007-2013.

Cagliari, 12 marzo 2007
Marco Meloni
Consigliere regionale DL – La Margherita