Pd, nessun accordo: assemblea al buio
Dieci giorni di contatti febbrili sono serviti a poco. Il piano di convergenza delle mille anime Pd rischia di afflosciarsi oggi al sole di Tramatza. L’assemblea federale si apre senza accordo, il rischio dello scontro frontale è concretissimo. Difficile anche capire come andranno avanti i lavori. Discussione politica o seggi aperti da subito per rieleggere il segretario? La soluzione Silvio Lai individuata per incollare un partito spezzato in due resta in piedi, ma la sensazione è che il consigliere regionale Ds possa subito mettersi da parte nel caso dovesse partire il fuoco incrociato tra le diverse fazioni.
PARTITO SPACCATO. I segnali in arrivo da Cagliari lasciano poco spazio a una sceneggiatura a lieto fine. Le correnti di Cabras, Fadda e Marrocu sono pronte a fare resistenza e quindi a evitare il voto per il nuovo segretario. Il fronte Soru dovrà puntare sulla prova di forza, incassando i numeri sufficienti (i delegati sono 155,decisiva la quota 78) per strappare la guida del Pd all’antica maggioranza. C’è molta incertezza, dal momento che alcuni pezzi dell’assemblea non hanno ancora sciolto la riserva sulla decisione finale.
L’ORDINE DEL GIORNO. La convocazione dell’assemblea formulata dal presidente Roberto Deriu parla chiaramente di «operazioni elettorali». E anche l’orario perentorio dei lavori di Tramatza va in questa direzione: dalle 15.30 alle 21, con la possibilità di una seconda giornata, domani, in un orario compreso tra le 15.30 e le 19.30.
GLI SCENARI. A premere per arrivare al più presto al voto è Renato Soru (e con lui il gruppo Progetto Sardegna, il gruppo Letta, i Dl di Antonello Soro e Salvatore Ladu). L’obiettivo è dichiarato: far calare il sipario sulla stagione Cabras, prendere in mano il partito e seppellire una volta per tutte il discorso primarie sotto la candidatura unica del governatore. Da qui l’idea di puntare su un Ds come Silvio Lai, che potrebbe rivelarsi unificante, o quanto meno in grado di scardinare il fronte non strettamente legato ad Antonello Cabras. La linea di Soru è tratteggiata da Marco Meloni: «L’assemblea di oggi deve avere la capacità di discutere e decidere», perché «i cittadini sono stanchi di un Pd diviso e bloccato». Così,«sosteniamo un candidato segretario che unisca il partito intorno a un progetto politico». Due gli obiettivi: «Costruire una candidatura forte e coesa attorno a Soru per le regionali e radicare il partito in Sardegna».
LE DIVISIONI. Dall’altra parte (gruppo Cabras, gruppo Marrocu, gruppo Fadda) si parla un’altra lingua: no al voto, «discussione politica seria» e rilancio della segreteria di Cabras. Siro Marrocu sottolinea che «senza un chiarimento politico, non si può superare lo scontro tra le aree di riferimento». D’altronde «è dannoso pensare di andare avanti a colpi di maggioranza». Il deputato ritiene necessario «sciogliere i nodi politici, ripartendo dal segretario uscente, evitando le soluzioni pasticciate prive della legittimazione del voto». Graziano Milia (vicino a Cabras) non crede «che un partito così importante possa risolvere la propria pratica politica affidandosi a un seggio elettorale». Per questo,«non ci può essere alcuna candidatura ma serve una discussione seria e approfondita». Chiude il cerchio Paolo Fadda: «Si devono respingere le dimissioni di Cabras, non possono saltar fuori soluzioni pasticciate». Il deputato ex Dl respinge «gli accordi di vertice anche se servono a risolvere i problemi interni», perché «gli elettori alla fine ce la farebbero pagare».
NUOVO SEGRETARIO. L’elezione di un nuovo segretario di fatto spianerebbe la strada alla candidatura unica di Renato Soru per le regionali del 2009. Nei piani del governatore c’è la creazione di un coordinamento politico regionale, con le diverse anime del Pd. Ma questo è ancora un film virtuale. In mezzo c’è una battaglia che potrebbe dare qualunque risultato. E un gruppo di delegati assicura: «A settembre comincerà la raccolta delle firme per rifare le primarie».