Protesta dei parlamentari Pd «La Finanziaria ignora l’Isola». Meloni e Lai: «Niente soldi per insularità e Einstein Telescope»

Protesta dei parlamentari Pd «La Finanziaria ignora l’Isola». Meloni e Lai: «Niente soldi per insularità e Einstein Telescope»

Da L’Unione Sarda
26 novembre 2023

«Sardi, allacciate le cinture». Il deputato Silvio Lai non ci gira troppo attorno: con una Finanziaria che stima una crescita allo 0,2%, ma coperta allo 0,4% da privatizzazioni, per i territori svantaggiati non c’è da stare allegri, «perché questa è decrescita». Ieri, assieme al Senatore Marco Meloni, ha illustrato gli emendamenti presentati alla Finanziaria del Governo. L’occasione è stata la Festa dell’Unità, che il Pd sardo sta celebrando alla Fiera di Cagliari: c’erano infatti il segretario Piero Comandini e, in rappresentanza del gruppo consiliare, Gianfranco Ganau.

I punti

Che per l’Isola ci sia poco o nulla è sottinteso. I principali emendamenti alla Finanziaria dei parlamentari Dem sardi riguardano gli interventi per contrastare gli svantaggi dell’insularità, per il potenziamento delle infrastrutture e per costruire le opere necessarie all’individuazione del sito di Sos Enattos come sede dell’Einstein Telescope, oltre che il dimensionamento scolastico e la rete ospedaliera sarda. «Se ne discuterà in Senato nelle prossime settimane sulla Legge di Bilancio», fa notare Meloni. «La condizione di insularità è riconosciuta dalla Costituzione da oltre un anno, ma è stato fatto molto poco dalla maggioranza che governa il Paese. Noi siamo riusciti a ottenere l’istituzione di un fondo e di una commissione bicamerale per l’insularità, ma il funzionamento è ancora lento. Per questo proponiamo che il fondo abbia 180 milioni di dotazione per i prossimi tre anni, per cominciare a organizzare gli interventi che sono necessari per vincere questa condizione». Non basta. I due parlamentari hanno previsto emendamenti su trasporti, scuola e sanità. «Puntano, in prima istanza, a collegamenti ferroviari adeguati tra Cagliari-Sassari-Olbia e, di conseguenza, in tutta la Sardegna. Inoltre, vorrebbero che scuola e sanità siano viste come eccezione rispetto alle regole vigenti nel resto d’Italia. Significa rete ospedaliera adatta alle nostre esigenze, in deroga rispetto al decreto ministeriale; dimensionamento scolastico con un margine di flessibilità che dunque consenta di passare, per ogni struttura scolastica, da 900 a 600 studenti, cioè più adeguato alla nostra Regione. Poi c’è una misura molto importante che prevede un miliardo per favorire gli interventi per l’insediamento effettivo dell’Einstein Telescope in Sardegna». Per il senatore Dem «sono misure necessarie che ci auguriamo la maggioranza possa accogliere e che possano realmente invertire la rotta in una Regione indietro in tutte le classifiche. Siamo agli ultimi posti sulla sanità, sull’abbandono scolastico, sui trasporti, basti pensare alla continuità territoriale. Tutte queste condizioni indicano che la destra che ha governato la Regione ha fallito».

La provocazione

Il deputato Silvio Lai, in passato segretario regionale dei Dem, in generale ritiene che la Finanziaria sia «una legge assolutamente debole e inadeguata a rilanciare l’Italia: se non ci fossero i pochi finanziamenti del Pnrr che si potranno mettere a terra, in realtà siamo di fronte a un’ipotesi recessiva dell’economia italiana e, in questo scenario, la Sardegna rischia di pagare costi molto più alti». Da qui una provocazione: «Viene finanziato il ponte sullo Stretto di Messina con risorse che saranno spalmate nell’arco di 14 anni», dice Lai. «Bene, noi proponiamo che una quota di quelle risorse, un miliardo su 12, sia destinato invece a rendere impegnativo lo sforzo del Governo italiano sull’Einstein Telescope, perché non potrà diventare una candidatura seria sino a quando almeno un miliardo di euro dello Stato italiano e 100 milioni di euro della Regione Sardegna non saranno disponibili, con impegni formali che devono essere presenti in decreti o in leggi ordinarie. Inoltre, facciamo notare che i 12 miliardi per lo Stretto di Messina potrebbero risolvere, con 5 miliardi per la Sardegna e 7 per la Sicilia, tutto il tema delle ferrovie delle due isole. Quindi riteniamo che sarebbe più sensata, anziché costruire un ponte che collega sostanzialmente due province, la costruzione di una ferrovia in Sardegna che colleghi Cagliari, Sassari e Olbia e poi anche Nuoro, e dall’altra parte Catania e Palermo con l’altro lato della Sicilia. Una ferrovia che possa permettere ai sardi e ai siciliani di viaggiare nelle due regioni alla velocità di 150 chilometri orari. Sarebbe un cambiamento stratosferico e», chiosa Lai, «varrebbe molto di più di un’opera discussa come il Ponte sullo Stretto».