Provvedimenti a favore di persone con handicap grave di cui alla legge 21 maggio 1998, n. 162

Presentata dai Consiglieri regionali BRUNO – URAS – SALIS – ESPA – CARIA – MARIANI – MELONI Valerio – AGUS – BARRACCIU – BEN AMARA – COCCO Daniele Secondo – COCCO Pietro – CUCCA – CUCCU – DIANA Giampaolo – LOTTO – MANCA – MELONI Marco – MORICONI – PORCU – SABATINI – SANNA Gian Valerio – SECHI – SOLINAS Antonio – SORU – ZEDDA Massimo – ZUNCHEDDU

La presente legge intende normare urgentemente e straordinariamente in materia di sostegno per le persone con handicap grave di cui all’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, attraverso le procedure della legge 21 maggio 1998, n. 162, così come dalla originale applicazione in Sardegna normata negli anni dalle susseguenti leggi finanziarie e da delibere di Giunta. In particolare si vuole provvedere a finanziare di ulteriori 1.000 euro per ciascuno dei 28.351 progetti personalizzati che quest’anno hanno avuto la riduzione del loro importo a causa della disponibilità finanziaria ridotta procapite per carenza di risorse inserite in bilancio. Una situazione oggi drammatica per migliaia di sardi in situazione di grave disabilità che hanno visto la riduzione dei loro piani personalizzati fino al 66 per cento in meno rispetto all’anno precedente e che non può non vedere un urgente provvedimento legislativo volto a recuperare il livello essenziale di assistenza di fatto erogato dal 2001 ad oggi a tutte le persone aventi diritto.

Come è stato già dimostrato da studi anche internazionali, statistiche, relazioni, indagini, la norma non solo rappresenta un rimedio ad un processo di discriminazione che vedrebbero colpite le persone con grave disabilità, ma va vista come una vera e propria spesa per investimento: è noto a tutti che, ad esempio, una persona con disabilità grave al di sopra dei 65 anni può costare all’erario pubblico se assistita in famiglia fino al massimo di 5.000 euro l’anno, come è nel caso della presente legge, mentre la stessa persona con pari gravità costerebbe alle casse regionali, se assistita in un istituto residenziale, da un minimo di 21.000 euro fino ad un massimo di 42.000 euro annui. Si rileva, inoltre, che per le famiglie sarde si calcola, rispetto agli anni precedenti, una diminuzione in ore di assistenza di circa 3 milioni complessivamente, creando difficoltà reali per gli operatori professionali che sono impegnati nei compiti di cura ed educativi (si valuta intorno a 14.000 operatori, dei quali migliaia, grazie alla legge n. 162 del 1998, “usciti” dal lavoro nero, spesso piaga dei servizi alla persona, e che ora contribuiscono invece alla fiscalità generale come tutti i lavoratori). Nel testo di legge, in dettaglio, l’articolo 1 descrive le modalità dell’intervento e individua con precisione i beneficiari della presente legge, mentre l’articolo 2 rappresenta la norma finanziaria con la relativa copertura della spesa.

 

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