Soru a Torino: «fate telefonata ai vostri cari»

La campagna elettorale di Renato Soru, che chiede per il centrosinistra la conferma alla presidenza della Sardegna esce dai confini dell’isola e approda a Torino, dove c’è, con oltre 12 mila residenti, una forte comunità di origine sarda, e questo pomeriggio arriverà a Bologna, per raccogliere il consenso disponibile anche sul “continente”.

«Fate una telefonata», (alludendo ai parenti sull’isola, ndr) dice al termine del suo lungo intervento al cinema Massimo di Torino, Renato Soru, accolto da circa cinquecento sardi guidati dal promotore dell’iniziativa, il consigliere comunale di sinistra democratica Enzo Cugusi, oltre che dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino e da quello della Provincia Antonio Saitta, mentre in sala si nota anche il direttore dell’Unità Concita De Gregorio e per pochi minuti Evelina Christillin presidente del Teatro Stabile.

Un discorso, quello di Soru, durato circa un’ora e mezza e molto concentrato sui temi regionali, e sulle cose fatte dalla sua amministrazione pur con un bilancio in pareggio e «che paga il debito arretrato». Soru ha ribadito la sua opposizione alla cementificazione delle coste, allo sviluppo definito «a ciambella», dove le seconde case «danno le spalle» alla comunità. «Non ci puo’ essere costruzione di ricchezza distruggendo l’ambiente – dice -. I paesi più ricchi sono  anche quelli meno devastati». Soru ha osservato che c’è «una Sardegna che si affida a se stessa e una che si affida agli altri». E che però, ha proseguito, nella seconda eventualità dovrà arrivare alla prova dei fatti sul federalismo fiscale o sulle servitù militari. Aspra naturalmente la polemica con il centro destra: «Vogliono conquistare quest’isola», ha detto. In particolare ha ricordato che «ogni settimana arrivano in Sardegna esponenti del governo, con elicotteri e mezzi di sicurezza». E, tra questi, ultimo, ha sottolineato Soru, «il ministro Zaia, che ha chiesto quattro macchine di servizio alla forestale e gli hanno replicato stupiti se non gliene bastasse una sola». Più di una frecciata anche per il suo avversario, Ugo Cappellacci, oscurato dal presidente del Consiglio: «Arriva Berlusconi – ha detto Soru – parla per un’ora e, quando  è ora di finire, c’è il loro candidato due metri dietro. “Ugo, dì qualcosa anche tu”, fa allora Berlusconi, tutti ridono, la gente se ne dimentica e lui non dice nulla».