SOSardegna: il secondo viaggio del PD nella sanità sarda

SOSardegna: il secondo viaggio del PD nella sanità sarda

La delegazione Dem in visita nelle strutture ospedaliere di Nuoro, Sassari e Alghero per ascoltare la voce delle associazioni di pazienti, medici, personale sanitario. Meloni e Lai: «Importante la presenza della Lorenzin, il viaggio nell’isola proseguirà ancora nelle prossime settimane»

Lo stato dell’arte delle strutture ospedaliere, la mancanza di medici e personale, la disorganizzazione del sistema sanitario. Sono stati questi i temi della seconda parte del viaggio del PD nella crisi della sanità pubblica in Sardegna.

Una iniziativa nata su impulso dei parlamentari sardi del PD Marco Meloni e Silvio Lai che, insieme a Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo PD in Senato e già ministra della Salute e alla deputata Ilenia Malavasi, membro della Commissione Affari Sociali della Camera, hanno visitato le strutture di Nuoro, Sassari e Alghero. Una missione soprattutto di ascolto, una forma di indagine conoscitiva e di approfondimento della reale situazione della sanità nella nostra Isola.

Nuoro – Nella prima tappa del viaggio, la delegazione Dem ha coinvolto il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu e il consigliere regionale PD Roberto Deriu per fare il punto sulle difficoltà del territorio nuorese. La visita alle strutture sanitarie del capoluogo nuorese ha riguardato la nuova struttura di supporto di telemedicina ai pazienti con problemi cardiocircolatori del territorio, struttura situata negli spazi ristrutturati del vecchio S. Francesco, che diventeranno centrali nella risposta sanitaria territoriale con nuovi ambulatori specialistici per il contrasto alle liste d’attesa. La delegazione si è spostata con il DG Paolo Cannas e il direttore sanitario all’ospedale San Francesco, dove ha incontrato la direzione ospedaliera e i primari. Nella visita e nel confronto sono emerse le emergenze in campo oncologico – con oltre 1.400 pazienti costretti a spostarsi dal territorio per curarsi – le difficoltà nella rete della sanità mentale, nelle dipendenze. Sono emerse evidenti le carenze di personale medico su Nuoro che pare essersi concentrato su altre sedi.

Mentre si vedono gli effetti negativi di una controriforma irresponsabile fatta in pieno periodo COVID e oltre 3 anni di commissariamento delle asl, di responsabili provvisori e facenti funzione nei reparti clinici e nelle strutture mediche e amministrative. Un danno che si vede anche là dove si nota qualche piccola nuova iniziativa.

La direzione ha comunicato che a partire da settembre sono previsti i concorsi per alcuni fondamentali primariati, tra cui geriatria e urologia, che contribuiranno a risolvere soluzioni provvisorie e a rilanciare l’attività dell’ospedale, mentre c’è fiducia sul nuovo assetto delle chirurgie con l’estensione dell’orario degli interventi. Resta evidente la necessità di ripotenziare l’ematologia come resta inoltre essenziale recuperare il finanziamento per le torri ovvero il completamento della ristrutturazione del San Francesco dopo la positiva conclusione della vertenza sul project, risorse che devono essere trasferite alla Asl Nuoro e utilizzate in un tempo massimo di 3 anni.

Sassari – Alle 15.30, a Sassari, la delegazione, insieme al capogruppo Pd in Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha visitato l’Azienda Ospedaliera Universitaria insieme al direttore generale Antonio Spano e ai direttori sanitario e amministrativo.

La visita al reparto di rianimazione, alla cardiologia interventistica hanno consentito di visionare le aree ristrutturate con i fondi stanziati dal governo nel contrasto al Covid. Dopo aver incontrato il primario del reparto di Rianimazione, professor Pierpaolo Terragni, la delegazione ha visitato il pronto soccorso guidato dal nuovo primario Paolo Pinna Parpaglia.

L’analisi delle criticità ha fatto emergere il grave stato in cui versa il sistema ospedaliero sassarese, suddiviso in sette padiglioni, per i quali era previsto un progetto complessivo di ristrutturazione che è sospeso in ragione della valutazione della costruzione di un nuovo ospedale, mentre la direzione ha comunicato che in ogni caso da settembre sarà avviata la costruzione del nuovo materno infantile sull’area del palazzo rosso.

A seguire hanno fatto visita all’ASL 1 e si sono confrontati con il direttore sanitario dell’Azienda Vito La Spina e allo staff territoriale, approfondendo soprattutto lo stato di risposta della salute mentale, ai costi di certificazione dell’autismo, problema segnalato dalle famiglie e alla ripartenza delle tossicodipendenze anche tra gli adolescenti. Sono stati oggetto di approfondimento in particolare i tempi di risposta dei pronto soccorso, gli interventi sulle liste d’attesa e l’andamento dei finanziamenti del PNRR sul quale è stato garantito il pieno rispetto della tabella di marcia. Tra i temi affrontati, oltre alle problematiche relative alle strutture sanitarie tra vecchi progetti e nuove ipotesi, l’utilizzo delle risorse PNRR anche sul versante della digitalizzazione.

Alle 19.30 la delegazione ha partecipato ad incontro-dibattito organizzato dal PD provinciale di Sassari introdotto dal segretario Giuseppe Mascia. Un incontro di ascolto a cui hanno partecipato i segretari di CGIL e CISL, gli ordini dei medici e degli infermieri, le associazioni di pazienti Alzheimer e fibromialgia, i rappresentati dei sindacati di categoria tra cui l’ANAAO – ASSOMED. È stato un coro unanime di segnalazioni di gravissimo disagio da parte dei pazienti che non trovano risposte e il cui rischio è la scelta di rinunciare alle cure. Preoccupa la fuga di personale sanitario verso il capoluogo che lascia scoperto Alghero e Ozieri e il resto del territorio. Tra le altre problematiche, presentate da medici e organizzazioni di categoria, le lunghe attese per i malati oncologici e i problemi con il Centro Unico di Prenotazione.

Alghero – Nella mattinata di martedì, l’ultima tappa all’ospedale Marino di Alghero, passato all’azienda ospedaliera universitaria di Sassari, per verificare lo stato dell’appalto delle sale chirurgiche che dovevano essere terminate a febbraio scorso. I responsabili di AOU, guidati dal direttore sanitario Luigi Cugia hanno dato certezza circa la chiusura del cantiere della sala operatoria principale per il mese di ottobre.

Il viaggio del PD nella sanità sarda – iniziato due settimane fa con la visita dei parlamentari Dem negli ospedali cagliaritani “San Michele”, “Businco” e Microcitemico, al San Martino di Oristano e al “Giovanni Paolo II” di Olbia – non si ferma: «Andremo avanti a settembre negli altri presidi principale e nei centri minori. In queste settimane sono tanti i cittadini che ci hanno chiesto di andare sul territorio per vedere e conoscere meglio altre» afferma il senatore Meloni. «Come abbiamo promesso ai tanti operatori che abbiamo incontrato in questi giorni, al termine di questo viaggio presenteremo le nostre proposte per restituire ai cittadini sardi il diritto alla salute, garantite dalla Costituzione e in netta discontinuità con la giunta sardo-leghista che ha governato la Regione contro la Sardegna».

«Emerge con evidenza che sulla sanità hanno pesato i 3 anni di paralisi e blocchi amministrativi tra controriforme e commissariamento» ha affermato Silvio Lai. «Vediamo una grande iniziativa del personale sanitario che cerca di colmare le carenze organizzative e l’impegno di alcune direzioni generali nel dare risposte organizzative, anche con iniziative encomiabili ma in un contesto in cui mancano direttive regionali e scelte operative della Giunta, e soprattutto un quadro d’insieme che non dia la sensazione di scelte che privilegiano alcuni territori, generando situazioni anomale. Emerge anche una estensione dei posti letto del sistema universitario che non pare necessario e che nel medio tempo potrebbe danneggiare le strutture sanitarie ospedaliere, come nel caso di Alghero, e che proviene da scelte politiche del Consiglio regionale non sufficientemente pesate».

«Non c’è un sostituto del sistema sanitario nazionale che sia in grado di dare le risposte necessarie ai cittadini e, se si fanno scelte sbagliate, si può finire come in Gran Bretagna, il modello a cui quello italiano si è ispirato e che appariva imbattibile mentre oggi è danneggiato da scelte sbagliate di definanziamento. Nel DEF si ipotizza di ridurre il finanziamento nazionale al 6,2% e poi di tornare al 7% al 2030, ma così facendo rischiamo di ritrovare solo macerie»  ha detto Beatrice Lorenzin, vice capogruppo PD al Senato ed ex Ministra della Salute «La Sardegna fa fatica ad interfacciarsi con il sistema nazionale, ma anche ad una regione autonoma serve il confronto con le regioni più avanzate e questo avviene tramite il sistema nazionale: vedo risorse umane di qualità, ma sfiduciate perché non si sentono parte di un progetto complessivo condiviso».

«Il gruppo PD sarà a disposizione per i tanti suggerimenti normativi da modificare che abbiamo raccolto in queste giornate e per le quali presenteremo appositi disegni di legge e, dove possibile, emendamenti» ha concluso la delegazione.