Tasse fuoricorso: scongiurato aumento a studenti in corso, effetto redistributivo dai redditi alti al diritto allo studio

Tasse fuoricorso: scongiurato aumento a studenti in corso, effetto redistributivo dai redditi alti al diritto allo studio

L’emendamento sulla tassazione dei fuoricorso è molto positivo. Anzitutto si cancella la norma del decreto-legge che avrebbe consentito quasi il raddoppio delle tasse agli studenti in corso e un aumento senza limite né criterio orientativo per i fuori corso.

Ora gli studenti in corso non vedranno aumentare di un euro la loro contribuzione, in Italia già molto elevata. In secondo luogo l’incremento è solo una possibilità che dipenderà dalle scelte delle università; non si applicherà agli studenti lavoratori; è graduale e progressivo, in base al ritardo negli studi e al livello di reddito: sotto i 90mila euro di reddito familiare potrà raggiungere al massimo il 25%. Solo per i redditi più elevati l’incremento potrà essere più significativo, fino al doppio per chi guadagna oltre 150mila euro. Inoltre tutte le risorse derivanti dagli incrementi delle tasse ai fuoricorso sono destinate a diritto allo studio e welfare studentesco (e almeno per la metà a borse di studio per i redditi più bassi).

L’intervento contenuto nell’emendamento è, nelle condizioni date, il migliore possibile, e corrisponde a un chiaro principio di equità e redistribuzione: chi ha redditi familiari elevati o molto elevati e ritarda negli studi, contribuisce direttamente ad ampliare le opportunità per gli studenti “capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi” e al miglioramento dei servizi rivolti a tutta la comunità studentesca. Per queste ragioni siamo molto soddisfatti della sua approvazione da parte della Commissione Bilancio del Senato.

Così Marco Meloni, responsabile Università e ricerca del Partito democratico.