2006, l’anno della svolta

Siamo alla fine dell’anno. » d’uso, in questi giorni prefestivi, fare un bilancio dei mesi appena trascorsi, assumere un impegno per quelli a venire, scambiarsi auguri e auspici.

Prima di tutto, il bilancio. Un anno, il 2005, caratterizzato da un’insoddisfazione crescente nei confronti del governo Berlusconi, come hanno dimostrato sia le elezioni regionali della scorsa primavera, sia l’affluenza alle primarie di ottobre, che hanno confermato saldamente Prodi quale candidato premier del centrosinistra. Ma soprattutto un’insoddisfazione che si misura con i dati sull’andamento economico dell’Italia, resi noti alla fine del mese scorso, e sulla fiducia – o meglio sfiducia – che all’estero stanno dimostrando nei confronti del nostro Paese.

Le ultime vicende relative al governatore della Banche d’Italia non sono che l’epilogo di un anno devastante dal punto di vista della fiducia dei consumatori e degli investitori stranieri nel sistema bancario italiano. Il primo impegno del prossimo anno sarà garantire che il successore di Antonio Fazio sia una personalità di alto profilo, che ci consenta di recuperare quella credibilità a livello internazionale che l’Italia del centrosinistra aveva faticosamente conquistato e che in cinque anni di casa delle libertà è andata quasi completamente alle ortiche.

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Il governo chiude l’anno con una Finanziaria che ne riassume efficacemente gli orientamenti complessivi in materia di politica economica: compressione della spesa pubblica attraverso tagli indiscriminati alle più disparate voci di bilancio, che colpiscono in primo luogo gli enti locali, regalie da milioni di euro dal deciso sapore elettorale, condoni mascherati con i tradizionali eufemismi del centrodestra. http://www.enricoletta.a4w.it/news_scheda.php?id=601

L’anno europeo è stato, invece, particolarmente infelice, con il fallimento dei referendum sulla Costituzione in Francia e in Olanda. Negli ultimi giorni, a dispetto delle più nere aspettative, è stato invece, raggiunto un accordo sulle Prospettive finanziarie, che non rispecchia la nostra volontà, ma che almeno permette di far partire i programmi comunitari senza un eccessivo danno per l’Italia.

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Gli impegni. Se, come sono convinto, il centrosinistra sarà chiamato a guidare il prossimo governo, avremo davanti una prova assai difficile: dare al Paese fiducia nel futuro e garantire una nuova stagione di sviluppo. Non a parole, ma con i fatti, con riforme incisive: un mercato del lavoro che concili dinamismo e diritti, una politica industriale che renda competitivo il nostro sistema produttivo, una maggiore concorrenza a vantaggio delle imprese e dei consumatori. La classe dirigente del centrosinistra sta già dimostrando grande capacità di governo nelle regioni e negli enti locali.

L’augurio, per tutti, è che dopo un Natale di pace e serenità, il 2006 sia un anno di grande svolta per il nostro Paese. Tutto il nostro impegno sarà rivolto a questo obiettivo.