Il congedo parentale a ore resta in attesa

Nella bozza del decreto già soprannominato dai giornalisti ‘salva-infrazioni’, di cui hanno abbondantemente parlato in questi giorni giornali e telegiornali, si trova anche una disposizione che potrà giocare un ruolo importante nella conciliazione familiare tra lavoro e cura dei figli di entrambi i genitori. Si tratta dello strumento del “congedo parentale a ore”, previsto da una direttiva europea che il Governo recepisce con questo decreto: sia il padre che la madre potranno usufruire di un periodo di congedo da “frammentare” secondo le esigenze interne alla famiglia. In questo modo sarà possibile per entrambi i genitori riprendere prima e in maniera più graduale le rispettive attività lavorative, partecipando al contempo alla crescita del figlio. Il congedo, inoltre, avrà come indennità il 30 per cento della retribuzione, per cui i genitori che decidessero, ad esempio, di usufruire di questa possibilità optando entrambi per un part-time, potrebbero continuare a guadagnare la metà del loro stipendio più un ulteriore 30 per cento.

Per l’introduzione del “congedo parentale a ore” bisognerà aspettare, comunque: non solo l’emanazione del decreto e la sua conversione in legge ma anche il recepimento nei contratti collettivi nazionali. Nell’attuale bozza del testo del decreto è infatti previsto che “la contrattazione collettiva di settore stabilisce le modalità di fruizione del congedo su base oraria, nonché i criteri di calcolo della base oraria e l’equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa”.