Betile, no allo scippo
La conseguenza più probabile della richiesta di Pili, di mutare la destinazione delle risorse previste per la realizzazione del Betile nell’ambito del Piano dei 150 anni dell’Unità d’Italia sarà quella di far perdere alla Sardegna 84 milioni di euro. Pili, per cortesia, non ci si metta pure lei, a togliere risorse al Sud e alla Sardegna ci pensa già Tremonti!
Il Betile, in realtà, non è per nulla l’ecomostro inquinante che descrive Pili, ma un’opera di architettura, aggiudicata a uno degli architetti più celebri del mondo a seguito di un concorso di progettazione svoltosi in modo aperto e trasparente. Grazie al Betile Cagliari potrà diventare la porta di comunicazione della Sardegna nel mondo, e mostrare al meglio il tratto fondante della nostra identità culturale. Quella che abbiamo avuto e quella che vogliamo avere: un popolo con una storia millenaria, che vuole mettersi in relazione con il mondo e vedere finalmente nel mare nell’insularità non un pericolo da cui difendersi o una sventura di cui lamentarsi, ma un’opportunità.
Si tratta di un progetto strategico per Cagliari, una città amministrata da una giunta di centrodestra preoccupata principalmente di realizzare, questi sì, veri scempi ambientali, parcheggi interrati o sopraelevati a un passo dal litorale – già irreparabilmente compromesso dagli interventi irresponsabili di un’altra amministrazione del centrodestra, come noto – e incapace di progettare interventi di scala metropolitana e regionale, ad esempio sul terreno dei trasporti e dei servizi. E comunque la Regione si sta occupando quotidianamente di Sant’Elia, con interventi che coinvolgono i cittadini e già contribuiscono a migliorare la qualità urbana e abitativa del quartiere. Interventi che sono un ottimo preludio per un’azione di risanamento urbano e di rilancio economico e occupazionale che, anche grazie ai servizi collegati all’apertura del Betile, potrà far emergere le vocazioni del quartiere e farne la porta d’ingresso di Cagliari e della Sardegna.
Quanto al rispetto della normativa in materia urbanistica, meglio esser chiari: l’intervento si realizzerà nel pieno rispetto delle norme urbanistiche, attraverso la necessaria stipula di un accordo di programma tra Regione e Comune di Cagliari, e comunque opere di questa natura sono compatibili il PPR.
Certo risulta stupefacente che Mauro Pili trovi il coraggio di parlare di rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema, di PPR e di norme urbanistiche, se solo pensiamo a come lui e il centrodestra stavano riducendo la Sardegna nella scorsa legislatura e a quanto abbiano combattuto queste politiche lungimiranti portate avanti in questi anni dal centrosinistra guidato da Renato Soru.
È comprensibile che a Pili non faccia piacere che i progetti di questa legislatura, dagli interventi a Cagliari (campus per gli studenti, metropolitana leggera, Betile) a quelli nel Nord Sardegna (opere collegate al G8 del 2009, in primo luogo) siano attivati e portino sviluppo e lavoro, ma credo che anche per Pili e per la sua parte politica sarebbe bene dimostrare un amore per la Sardegna superiore alle contrapposizioni politiche.