Dalle elezioni politiche all’ingresso in Consiglio. Il bilancio di un anno, alcune idee per il 2007

L’anno che ci lasciamo alle spalle è stato per me davvero travolgente, denso come non mai di fatti politici e impegni personali. Dall’ultima newsletter, scritta poco prima delle elezioni politiche di aprile, è cambiato davvero tutto. A partire dalla vittoria elettorale del centrosinistra, ha preso avvio una stagione di governo decisiva per il nostro Paese, nella quale siamo chiamati a raggiungere molteplici obiettivi: risanare il bilancio pubblico; ridare energia all’Italia, facendo ripartire l’economia e lo sviluppo; riportare nelle istituzioni le condizioni di etica pubblica fondamentali per la tenuta di un Paese articolato come il nostro; promuovere una maggiore giustizia sociale e ampliare le opportunità per tutti. In sintesi, il centrosinistra deve governare guardando al futuro: e se questo talvolta può causare qualche crisi di consenso sul breve periodo, dobbiamo essere consapevoli che questo è il momento delle scelte, anche impopolari, con la certezza che se l’Italia riparte arriverà anche il consenso.

Per me questo periodo, sebbene molto impegnativo, è stato certamente entusiasmante. Nei primi mesi dell’esperienza di governo ho continuato a collaborare con Enrico Letta , diventato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: ho potuto comprendere molti aspetti del funzionamento del governo da un osservatorio privilegiato, il centro nevralgico dal quale si realizzano le attività di impulso e coordinamento dell’azione dei Ministeri e delle relazioni tra il Governo e le altre Istituzioni, centrali e territoriali.

Sono stati, quelli tra aprile e luglio, mesi nei quali ho cominciato anche a prepararmi all’ingresso in Consiglio regionale, determinato dall’elezione di Paolo Fadda, che mi precedeva tra i candidati della Margherita a Cagliari, alla Camera dei Deputati. Mesi nei quali, tra l’altro, ho potuto seguire alcuni dossier di grande impatto per la Sardegna, primi tra tutti l’avvio delle procedure per la revisione dell’Intesa istituzionale di programma tra Stato e Regione e la vertenza relative alle entrate, ovvero alla compartecipazione delle nostra Regione al gettito delle imposte relative a attività svolte nel suo territorio. Il primo tema è ancora aperto, ma certamente la ripresa del confronto con lo Stato, che ha avuto come momento cruciale la visita di Enrico Letta a Cagliari, nel luglio scorso, ha portato al raggiungimento di un risultato storico per la Sardegna: la revisione dell’articolo 8 dello Statuto, approvata definitivamente pochi giorni fa con la Legge finanziaria, che modifica radicalmente il sistema di ripartizione delle risorse tra Stato e Regione, e porterà a beneficio del bilancio regionale – oltre a 1,2 miliardi di euro nei primi tre anni – maggiori entrate per circa 1,5 miliardi di euro all’anno a partire dal 2010. Una condizione che ci autorizza a pensare, finalmente, che abbiamo la disponibilità delle risorse sufficienti per costruire il nostro sviluppo, uscendo dalla perenne logica del lamento e della rivendicazione, e pensando, invece, che il nostro futuro dipende da noi, dalle nostre capacità e dalla nostra volontà.

A metà luglio sono entrato a far parte del Consiglio Regionale della Sardegna: un traguardo che, per me e per i tanti che mi hanno sostenuto, è al contempo il coronamento di molti anni di impegno politico, e l’assunzione di una grande responsabilità. Insomma, ho pensato, si fa finalmente sul serio! Finora non ho potuto farlo con tutti, ma davvero vorrei ringraziare tutti coloro i quali mi hanno sostenuto in questi anni e nella fantastica campagna elettorale del 2004, e garantire il mio impegno e la mia dedizione assoluti per onorare il ruolo – il più importante per un sardo, secondo il mio punto di vista – di rappresentante del nostro popolo nella massima Istituzione di autogoverno della Sardegna.

Da allora è stata una continua corsa. Dopo l’organizzazione di veDrò 06, l’appuntamento “generazionale” che si tiene in Trentino a fine agosto, giunto al secondo anno, è ripresa l’attività in Consiglio regionale. Ho potuto partecipare all’approvazione di leggi di grande importanza: prima delle vacanze estive quelle sulla programmazione e la contabilità regionale e sul sistema sanitario regionale, poi quelle sui beni culturali, sul cinema, sullo spettacolo e sulle risorse idriche. Nelle Commissioni consiliari ho preso parte alla elaborazione di provvedimenti di grande importanza, primi fra tutti la legge regionale sulla ricerca e il Piano sanitario regionale. Sono intervenuto nel dibattito politico, affrontando i temi delle difficoltà della mia generazione a trovare un riconoscimento adeguato nelle attività economiche e politiche, e dell’attuale momento della politica regionale, sospesa tra le grandi riforme attese per la seconda metà della legislatura e il processo di costruzione del Partito democratico.

Questo è anche il momento dei propositi per il nuovo anno. Penso in particolare a due cose: la prima, un’organizzazione delle mie attività che mi consenta, anche attraverso il potenziamento del sito internet, di tenermi maggiormente in contatto con voi e con tutti i cittadini interessati a partecipare in modo più attivo all’attività legislativa e politica che si svolge in Consiglio regionale.

La seconda, focalizzare le priorità politiche su cui impostare il mio impegno in Consiglio. Questi mesi “di rodaggio” sono stati importanti anche in questo senso; cito solo quattro temi: i giovani, la loro condizione, la loro difficoltà a fruire di un sistema di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro equi e competitivi, adeguati ai loro bisogni e alle loro ambizioni; il funzionamento dell’area metropolitana di Cagliari, che può diventare un grande volano di sviluppo per la Sardegna e un luogo di eccellente qualità della vita ma risente ancora di un’impostazione complessiva dei meccanismi di governo dei servizi di interesse sovracomunale decisamente arcaica; la proiezione europea e internazionale della Sardegna, che nei prossimi anni avrà la responsabilità di coordinare la gestione dei Fondi europei per l’area mediterranea e dovrà farne un’occasione per diventare un punto di riferimento economico e finanziario, un luogo di incontro tra culture e di attrazione di intelligenze, e deve meglio integrarsi nel sistema dell’Unione europea, migliorando la sua legislazione e sostenendo i suoi giovani nelle esperienze di lavoro in ambito comunitario; infine, l’attuazione del Piano sanitario, che costituisce un parametro essenziale per valutare il livello di benessere e sicurezza dei cittadini sardi.

Marco Meloni