Se cade questo governo Pd pronto ad altre maggioranze

«Voto anticipato? Non ne abbiamo paura ma mi pare improbabile che la maggioranza si suicidi così», dice Enrico Letta. I1 vicesegretario del Pd affida a quest’intervista con il Riformista la strategia del Pd nel caso in cui l’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi non ce la faccia a sopravvivere alla tempesta nella maggioranza. «Di fronte a un’emergenza causata dalla caduta del governo», spiega Letta, «il Pd ha le risorse necessarie per individuare una soluzione in Parlamento». E non si tratterebbe, aggiunge, «né di un golpe né di una scorciatoia», perché «una crisi del genere è figlia dell’evidente fallimento di Berlusconi e va dipanata sotto gli occhi di tutti gli italiani».

Quindi, onorevole Letta, al contrario di quanto sostengono il premier e Renato Schifani, secondo lei un’altra maggioranza si può trovare, in Parlamento.
Il Pd è assolutamente favorevole al rilancio del ruolo di garanzia del capo dello Stato. Costituzione alla mano, infatti, se cade questa maggioranza la parola passa al presidente della Repubblica. Per questo considero molto grave la posizione espressa ieri (martedì, ndr) da Schifani, tra l’altro pronunciata mentre Napolitano era all’estero. Una prova, l’ennesima, della grave crisi istituzionale che è in corso.

Morale? Se Napolitano individuasse una strada?
Dopo le primarie, il Pd è un partito attrezzato anche per questo.

Un governo guidato da Gianfranco Fini, magari…
Parlare di nomi è alquanto prematuro. L’unica cosa certa, ora, è che per l’ennesima volta un governo con Berlusconi premier si dimostra incapace di portare avanti il suo lavoro. E tutto per colpa delle divisioni interne. Lo sa qual è che m’ha fatto riflettere di più?

Quale?
Il consiglio dei ministri della settimana scorsa. Prima di quella riunione si rincorrevano voci di interventi sull’Irap, sull’Ire e sull’Irpef. Alla fine, però, l’esecutivo è venuto fuori con un interventino giusto sull’Irpef, che tra l’altro dopo pochi giorni sembra avere esaurito tutti i suoi effetti. Da quella situazione, secondo me, è venuto fuori con certezza che governo e maggioranza sono balìa di una totale improvvisazione. Mancano di respiro strategico, insomma, e non hanno alcuna visione di medio-lungo periodo. Diciamo la verità, hanno finito la benzina.

E se la legislatura fosse davvero al canto del cigno?
L’ipotesi del voto anticipato è troppo complicata. E poi, ripeto, noi siamo attrezzati per valutare una soluzione in Parlamento in caso d’emergenza. In ogni caso, dopo le primarie e dopo aver ritrovato l’unità del partito, il Pd non ha certo paure delle urne. Certo, dovremmo anticipare qualche passaggio…

L’alternativa, però, è ancora da costruire.
Come ha detto Bersani, infatti, il nostro obiettivo è ultimare la costruzione dell’«alternativa» in tempo per le elezioni politiche. Le regionali sono una tappa d’avvicinamento. Dobbiamo essere valutati sulla maratona, visto che non corriamo i cento metri.

E il rapporto con Di Pietro, che s’è nuovamente complicato a causa del «No B. day»?
Ogni volta che si avvicinano le elezioni, Di Pietro, invece che prendersela davvero con Berlusconi, tenta di fare concorrenza elettorale al Pd. Pazienza, fa parte delle regole del gioco e comunque noi siamo solidi. Non temiamo in alcun modo la concorrenza, anzi.

Non c’è stata un po’ troppa confusione sulla non adesione alla manifestazione anti-Berlusconi?
Noi faremo le nostre iniziative. Con il nostro slogan contro il governo e il suo leader: «Problemi nostri, fatti suoi». Un modo per mettere l’accento soprattutto sui problemi, quelli degli italiani. E, guarda caso, quando organizziamo le proprie manifestazioni, nessuno del Pd si sogna di lanciare un tormentone sull’adesione o meno di Di Pietro…

Il cammino verso le regionali, soprattutto al Sud, è molto complicato. Casini non vuole Vendola in Puglia, Di Pietro silura Loiero in Calabria. Come si regolerà il Pd, soprattutto al Sud, rispetto alle esigenze della coalizione?
Al Sud c’è senz’altro maggiore bisogno di discontinuità. Soprattutto perché le amministrazioni di centrosinistra, negli ultimi cinque anni, hanno dato luci e ombre. Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.