Pd, braccio di ferro per la segreteria

Sarà il tempo della conta, sarà il tempo di chiarire una volta per tutte chi è in grado di guidare il partito. Il clima è da resa dei conti: il Pd spaccato come una mela rischia di trasformare l’assemblea di lunedì (e martedì) in una battaglia aperta tra due anime (area Soru, area Cabras) ormai divise su tutto. Le crepe più profonde sono su leadership e primarie ma ogni pretesto è buono: le schermaglie incrociate si susseguono a colpi di clava. Stavolta nel mirino finisce il presidente dell’assemblea Roberto Deriu (considerato vicino al governatore), accusato di aver convocato troppo in fretta la due giorni di inizio settimana e soprattutto di aver dato il via libera «alla presenza di un garante nazionale». In un documento sottoscritto dagli ex Dl Giovanni Giagu Giuseppe Cuccu, Mariuccia Cocco, Simonetta Sanna e Giovanni Tocco (consiglieri regionali dell’area Cabras) si parla di «stupore e meraviglia» per la presenza a Tramatza di un rappresentante della segreteria nazionale del Pd.

NO AL GARANTE. «Non comprendiamo le ragioni di questa presenza», scrivono i consiglieri. «Rappresenta un’ingerenza inaccettabile che tutti i componenti dell’assemblea regionale del partito hanno il dovere di respingere in modo fermo e deciso». Si accoda Graziano Milia, anche lui avversario di Soru: «La scelta di Deriu è incomprensibile. Mi meraviglia che debba ricorrere a un aiuto esterno quando ha l’autorevolezza di un mandato da presidente ottenuto con unanimità di consensi». A ruota la stoccata: «Non vorrei che stesse prendendo ordini da Roma o, peggio, da una parte del partito in Sardegna». Il presidente della Provincia di Cagliari insiste: «Nessuno si offenda, ma l’assemblea di Tramatza sembra convocata con modalità da condominio». Dal fronte opposto interviene Marco Meloni: «Gli amici consiglieri regionali che denunciano l’oltraggio della presenza di un “inviato” della direzione nazionale cercano solo di confondere le acque». In realtà, «in molti stiamo lavorando responsabilmente per trovare la coesione sulla nomina del nuovo segretario e sulla prospettiva politica per le regionali».

NUOVA SEGRETERIA. Gli uomini vicino a Soru lavorano per forzare i tempi e chiudere già lunedì il discorso sulla segreteria e far calare il sipario una volta per tutte sulla stagione Cabras: La convergenza in queste ore è su Francesca Barracciu. «Il Pd deve uscire al più presto dallo stallo» scrive Chicco Porcu. «Così è importante che nell’assemblea di lunedì sia eletto il nuovo segretario. Ci sono alcuni nomi autorevoli in campo, altri se ne possono aggiungere, ma un nuovo rinvio sarebbe incomprensibile». L’ex leader di Progetto Sardegna tira in ballo Cabras: «Grazie all’autorevolezza del mandato ricevuto dall’investitura popolare delle primarie, Cabras può contribuire all’identificazione del candidato segretario in grado di ricevere il maggior numero di consensi». Meloni spezza una lancia a favore di una candidatura condivisa: «Il nuovo segretario sarà scelto dall’assemblea eletta da quegli oltre 100mila sardi a cui tutti facciamo giustamente riferimento».

CABRAS BIS. Il fronte opposto, però, lavora in tutt’altra direzione: «È un atto di rispetto verso gli elettori delle primarie che l’assemblea respinga unanimemente le dimissioni del segretario Cabras», propone il gruppo Giagu. «Sarebbe la premessa per una approfondita e seria discussione sulle ragioni politiche della sua decisione di lasciare». E diventerebbe «la base per il recupero dell’unità interna, altrimenti fortemente compromessa». Così si punta «sull’equilibrio e il buonsenso del presidente dell’assemblea che saprà resistere ai tentativi esterni di limitare il suo ruolo di garante delle regole e dell’autonomia del partito».

SINISTRA DEMOCRATICA. Tra le pieghe della faida Pd si infila anche la proposta lanciata ieri da Sinistra democratica, che punta a indebolire la posizione di Soru: «Chiediamo all’alleanza di centrosinistra le primarie di coalizione», afferma il coordinatore regionale Pietro Maurandi, «per offrire ai nostri elettori un terreno di confronto sull’azione di governo e sul progetto politico». La costola sinistra della coalizione vede «una situazione di disagio tra l’elettorato di centrosinistra, in particolare sul confronto tra due visioni politiche». Da una parte il presidenzialismo forte, dall’altra il maggior coinvolgimento del Consiglio: «Auspichiamo che emerga una personalità alternativa al metodo di governo rappresentato dal presidente Soru».

LA PROPOSTA DI SETTEMBRE. Sinistra democratica preferisce far scivolare via la lunga estate calda del centrosinistra e fissare a settembre la data di scadenza per la presentazione delle candidature. «Nel frattempo la coalizione dovrà lavorare alla definizione delle regole per l’elezione del candidato presidente nel centrosinistra». Seguono i paletti. Per Maurandi le primarie «non devono essere né un plebiscito né un referendum su una sola persona». E il Pd è chiamato a sciogliere il nodo sull’alleanza. «Deve essere vera e non un rapporto tra capitani e gregari».