Enti, si cerca una tregua

Enti, si cerca una tregua

di Matteo Sau, da L’ Unione Sarda del 3 novembre 2015

La dura presa di posizione del presidente Pigliaru, pronto a mandare tutti a casa se non terminano gli attacchi alla riforma degli enti locali, apre un nuovo scenario. Se da una parte il governatore è pronto a far saltare il banco, dall’altra i partiti della maggioranza in Consiglio regionale scelgono la via del dialogo. Ma un punto di rottura c’è, eccome, ed esplode nella rabbia di Gianfranco Lecca, segretario regionale del Psi che in un lungo intervento (che riportiamo a parte) si scaglia contro Pigliaru con parole al vetriolo. Un attacco al «presidente docente che non ha più l’età per fare i capricci». I socialisti accettano la sfida di eventuali dimissioni «senza timore».
LA MEDIAZIONE Gli attacchi, però, provengono soprattutto da quei pezzi di centrosinistra periferici rispetto al Consiglio regionale. Si tratta di sindaci ed esponenti dei partiti (Pd in primis) che cercano una sponda nei loro rappresentanti nel palazzo di via Roma. Ma in Consiglio la tendenza è fare quadrato attorno a Pigliaru. Una posizione non semplice quella dei consiglieri regionali, chiamati a rendere conto nei propri territori stando attenti a non tirare troppo la corda con la Giunta.
LA DIFESA Il capogruppo del Pd Pietro Cocco comprende «la reazione del presidente perché il testo è stato discusso in tutti i territori e in numerose riunioni di maggioranza e non è un qualcosa che nasce all’improvviso». Cocco mantiene la linea di difesa anche sulla riforma che «non si può tradurre solo in uno scontro tra nord e sud, perché contiene provvedimenti importanti per tutti i territori».
Parole di comprensione per Pigliaru anche da parte del capogruppo di Sel, Daniele Cocco: «La maggioranza ha sposato delle linee in campagna elettorale e se queste vengono smentite è normale che il presidente faccia le sue valutazioni». Sul testo di riordino la priorità è «ottenere garanzie per tutti i territori della Sardegna che non rimangano eterne periferie». Dopo aver trovato «qualche giustificazione» alla reazione di Pigliaru, Emilio Usula (Rossomori) avverte il presidente perché «si difenda da chi tenta di tirare la coperta verso la propria parte e chi lavora alle sue spalle. Sicuramente non si tratta dei Rossomori». Il dibattito di questi giorni «non mi appassiona: preferisco concentrarmi sul bilancio per i Comuni e le aree in difficoltà».
«ALLO SBANDO» Le tensioni nel centrosinistra fanno gioco all’opposizione che ha già annunciato battaglia in aula. Per il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, la reazione di Pigliaru «rappresenta il perfetto stile soriano: si fa come dico io o tutti via». Cherchi, però, riconosce che «per legge il presidente ha questo potere. Ma attuarlo dopo un anno e mezzo di legislatura significa essere allo sbando».
Chi non nasconde i sospetti per qualcosa di più profondo rispetto a un dibattito sulla riforma in questione è il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «Questa presa di posizione nasconde altri problemi più grossi all’interno della maggioranza». Dedoni critica le minacce, perché «la democrazia è una cosa seria. Il presidente dovrebbe ascoltare di più quello che dicono i sindaci sulle necessità di avere servizi equi in tutta l’Isola».
Matteo Sau