Le tasse, gli Usa, i divieti. Soru: «il mio sardismo»

«Calma: io non voglio fare la rivoluzione». La tassa sul lusso è diventata legge, almeno 200 mila proprietari di case sul mare, di barche e aerei privati sono sul piede di guerra. Ma lui, Renato Soru, governatore della Sardegna, non sembra turbato: «Non è vero che considero i turisti come “nemici”, invasori, né tanto meno nuovi colonialisti. Da spaventare, vessare con imposte e ricacciare oltre il mare». Dopo la tassa sul lusso, sarà la volta del piano paesaggistico (stop definitivo al cemento sulle coste), poi avanti con la riduzione delle basi militari, gli americani andranno via dall’arcipelago della Maddalena con i loro sommergibili nucleari: insomma, a quasi due anni dall’elezione, quella certa idea di Sardegna più «sovrana» comincia a prendere corpo.

Una nuova stagione del sardismo?

Se vuol dire sentirsi popolo, avere orgoglio e volontà per superare i ritardi, difendere identità, storia e cultura, ma anche la vera e sola risorsa economica che abbiamo – cioè un paesaggio di straordinaria bellezza – ebbene chiamiamolo pure sardismo.

Ma oggi ha un senso?

Ce l’ha. Non vogliamo tornare indietro né fare barricate. Ma la fase dell’autonomia regionale è ormai superata; è servita a farci uscire da un’arretratezza secolare, ma non basta. Bisogna fare il salto successivo, rompere l’isolamento, attrezzarsi per competere.

In concreto?

Cambiando atteggiamento. E prendendo atto che la soluzione ai nostri problemi dobbiamo cercarla noi stessi. Non può venire dallo Stato, che pure deve fare la sua parte. E dobbiamo cominciare a far fruttare le risorse che abbiamo….

… cominciando a tassare le seconde case?

Noi abbiamo solo il turismo e poco altro: nel Veneto hanno le piccole aziende diffuse, in Emilia le fabbriche di piastrelle e di scarpe. Una bella spiaggia è a suo modo un’azienda: se viene deturpata o alle spalle ha colate di cemento, perde il suo valore, non è godibile né vendibile. In Sardegna ci sono 200 mila, forse 250 mila case di proprietà di non residenti…

Il centrodestra dice che la legge è una dichiarazione di guerra ai turisti.

La Regione ha dal 1948 capacità di imposizione fiscale. L’abbiamo usata ora e soltanto dopo che lo Stato per decenni non ha versato la quota di tributi che la legge ci assegnava, portando la Regione sull’orlo del dissesto. Chi dobbiamo tassare, i lavoratori e i disoccupati? Alla Maddalena su 10 mila abitanti 2 mila sono senza lavoro, eppure con quel mare e quelle insenature potrebbero tutti vivere bene.

Quindi i turisti non andranno via…

Credo si renderanno conto che chi fa uso privato di risorse ambientali di straordinaria bellezza, è bene che in qualche modo contribuisca. Un elementare principio civile. Si paga per l’uso delle frequenze dei telefoni e in tv. Perché stupirsi? Nel turismo delle seconde case c’è molto sommerso e le imposte vanno soprattutto ad altre regioni. Chi ha casa in Sardegna e domicilio fiscale in Lombardia, le tasse, a parte l’Ici, le paga l“. A noi non rimane neanche un euro. Ma poi tutti pretendono che le coste siano tutelate. Se si dovesse continuare a costruire nella quantità consentita finora non ci sarebbero più litorali incontaminati e i turisti andrebbero altrove. Perciò abbiamo deciso: alt al cemento. Rivoluzione o nuova frontiera del sardismo, chiamatela come volete. Comunque non torneremo indietro.