Meloni (Pd): dopo le primarie lavoriamo insieme

La ricetta del consigliere regionale: un partito organizzato che superi le divisioni

Il congresso del Pd non dovrà essere una nuova battaglia tra gruppi dirigenti, dice Marco Meloni, ma un confronto attorno «alle nostre idee per la Sardegna e per il partito». Se non sarà così, «è a rischio la stessa esistenza del Pd», penalizzato da una falsa partenza dopo le primarie del 2007. In un ampio documento, il consigliere regionale cerca di portare il dibattito congressuale sui temi di merito, per evitare «una riedizione della disfida di Tramatza, cui purtroppo i toni di questi giorni sembrano condurre»: sette pagine che somigliano a un programma da candidato alla segreteria regionale, ma Meloni su questo fronte non regala novità. Si limita a confermare la propria disponibilità, ma senza ancora chiarire se la candidatura diventerà ufficiale.

Il documento si intitola “Da adesso in poi”, perché esorta a guardare al futuro lasciandosi dietro le vecchie divisioni che hanno determinato la sconfitta alle Regionali, oltre agli errori che hanno compromesso il progetto democratico a livello nazionale (in ragione dei quali l’esponente lettiano sosterrà Pierluigi Bersani). L’invito è a «pensare il Pd con lo sguardo rivolto all’alba del 26 ottobre: il giorno successivo alle primarie noi democratici sardi dobbiamo riprendere a lavorare insieme», chiunque venga eletto segretario.

L’unità è condizione essenziale per «concepire un nuovo progetto di cambiamento e di buon governo» per l’Isola. Il Pd, secondo Meloni, dovrà essere «un partito autorevole perché competente, organizzato e presente nel territorio», nonché basato sulle primarie: da tenersi anche per scegliere i candidati alle Politiche, finché resteranno in vigore le liste bloccate. E poi un partito che sappia formare giovani preparati alla politica e sappia ascoltare e studiare la società, in modo da trovare le risposte più convincenti ai reali problemi dei cittadini.