Pd, una partita a quattro per la segreteria?

Verso le primarie. Venerdì termine ultimo per le candidature: incertezza sulle aree Letta e Marino

Silvio Lai e Francesca Barracciu, praticamente già seduti al tavolo delle candidature del Pd, aspettano di sapere se quella per la segreteria sarà una partita a tre o a quattro. Questione di giorni: chi aspira a diventare il nuovo leader regionale dei democratici deve scendere in campo ufficialmente entro le otto della sera di venerdì 31.

IL CASO LETTA I dubbi sono due, e riguardano l’area Marino e l’area Letta. La prima presenterà un proprio nome, ma ancora non si sa chi. Per i lettiani (che nella contesa nazionale sostengono Bersani) la «disponibilità» di Marco Meloni, già emersa, può ora diventare una candidatura vera e propria, oppure rientrare. Più probabile, per ora, la prima ipotesi.

Se si verificasse, il Pd sardo si troverebbe con due concorrenti bersaniani alla segreteria (l’altro è Lai). C’è però anche una terza eventualità, benché resa difficile dal tempo che stringe: e cioè che l’altro nome pro-Bersani non rappresenti solo l’area vicina a Letta, ma un gruppo più ampio. Comprendente, per esempio, alcuni ex diessini della componente migliorista.

A quel punto il candidato potrebbe anche non essere Meloni. Il quale però nei giorni scorsi ha presentato un documento che può facilmente apparire come un programma per la segreteria. Insomma, ormai dentro il Pd ci si aspetta di vedere definitivamente in campo il giovane consigliere regionale quartese, negli ultimi anni molto vicino a Renato Soru (mentre Silvio Lai è espressione dell’area non soriana del partito).

Oggi a Roma una delegazione sarda dell’area Bersani dovrebbe incontrare il coordinamento nazionale: sarà l’ultima occasione per arrivare a definire una candidatura unitaria in Sardegna. Ma non tira aria di intese della serie tutti con Lai o tutti con Meloni.

IL CASO MARINO I sostenitori sardi del terzo concorrente alla segreteria nazionale, il chirurgo Ignazio Marino, si ritrovano questo pomeriggio a Oristano per decidere che fare in ambito regionale. Il candidato ci sarà, forse qualcuno della stessa generazione di Lai, Barracciu e Meloni (i primi due hanno 43 anni, il terzo 38), magari una donna. Sono possibili diverse opzioni: qualcuno aveva pensato all’ex assessore regionale Massimo Dadea, ma è un’ipotesi tramontata (e per altro non è neppure detto che Dadea sia tra quelli che voteranno Marino).

Proprio la partecipazione alla gara di un esponente lettiano potrebbe però convincere l’area Marino a cercare un nome più noto, visto che alle primarie del 25 ottobre andranno i migliori tre della fase congressuale riservata agli iscritti.

Si riparla anche di Graziano Milia, coordinatore regionale della candidatura Marino: il quale non dice nulla sulle proprie intenzioni, ma spiega che «di certo non esiste nessuna area Milia. Io sto solo contribuendo a organizzare un po’ un gruppo di persone anche molto diverse tra loro, che si sono trovate a dare il proprio appoggio a Ignazio Marino».
Una candidatura, quella del medico sceso in campo a contrastare i due big Franceschini e Bersani, che secondo Milia «sta suscitando in Sardegna grande entusiasmo, specie in persone che avevano già deciso di non partecipare alle primarie».

LAI E BARRACCIU Più tranquillo, tutto sommato, il percorso di chi ha già annunciato l’intenzione di correre per la leadership. Silvio Lai ha praticamente già pronte le firme per la candidatura ufficiale, e Francesca Barracciu (rappresentante sarda dell’area Franceschini) è più o meno nella stessa situazione. Non si hanno notizie, finora, di outsider intenzionati ad aggiungersi alla gara: ma le sorprese, come dimostra sul piano nazionale il caso di Amerigo Rutigliano, sono sempre possibili.