Poche settimane alla primavera!

Ci siamo quasi! Tra meno di un mese voteremo per eleggere un nuovo Parlamento, per decidere il futuro del nostro Paese.

In questi anni l’Italia ha fatto molti passi indietro. Prima di tutto in termini di benessere e sviluppo: i dati oggettivi che abbiamo sintetizzato in queste tabelle parlano chiaro, ma ancor più evidenti sono la percezione che ciascuno di noi ha del potere di acquisto del denaro e le difficoltà “di fine mese” che sono diventate un fatto ormai del tutto normale per moltissime famiglie.

A mio avviso, però, l’eredità peggiore che questi anni ci lasciano é il disfacimento della legalità e della morale pubblica. L’Italia si sta drammaticamente abituando ad avere in Parlamento condannati per reati gravi, a considerare normali fenomeni molto preoccupanti, dalla corruzione di magistrati e pubblici ufficiali all’evasione fiscale. Temo che i danni di questi anni siano destinati, su questo versante, a durare a lungo: la perdita del senso della legalità é anche perdita del senso di giustizia, dell’idea che i risultati si misurino in relazione ai meriti, che tutti i cittadini siano uguali davanti al giudice come davanti ai pubblici poteri. Che si abbiano, in altri termini, le stesse opportunità.

Un Paese bloccato nel suo sviluppo, un Paese che arretra sulla frontiera della legalità, é un Paese che non ha fiducia nel futuro: non ce l’hanno i giovani, i più fortunati dei quali – specie nelle regioni del Mezzogiorno e in Sardegna – sono costretti per lunghi periodi a lavori precari, e già sanno che il loro livello di benessere e di sicurezza rischia, per la prima volta da generazioni, di essere inferiore a quello dei loro genitori. I dati mostrano che in Italia il tasso di natalità é molto basso, e ormai sempre più numerosi sono i giovani che non possono scegliere se e quando metter su famiglia o avere dei bambini. Come dimostra un recente studio dell’Università Cattolica, dopo molti decenni si é rovesciato il dato che vedeva al Sud un più elevato indice di fertilità. La spiegazione appare chiara: “Le famiglie che vivono al Nord sono in grado di affrontare con maggior sicurezza la formazione di un famiglia, mentre al Sud precarietà di lavoro, mancanza di opportunità e difficoltà per le donne di conciliare maternità e lavoro sono problemi di più difficile soluzione”.

Mentre le politiche per il Mezzogiorno del centrosinistra avevano ridotto il divario di sviluppo tra Nord e Sud, negli ultimi anni questo ha ripreso ad aumentare: un divario che aumenta in termini di povertà, di consumi, di livello di occupazione. Chi ne paga le conseguenze, in tutta Italia ma soprattutto dalle nostre parti, sono i meno fortunati, o quelli che comunque hanno maggiormente bisogno di politiche pubbliche per sostenere il loro percorso professionale e di vita: i meno abbienti, i giovani, le donne.

L’Ulivo guidato da Romano Prodi chiede un voto per invertire la rotta, per far ripartire l’Italia. Lo dicono bene le nostre priorità programmatiche: prima di tutto politiche per la crescita, che diano una scossa alla nostra economia. Con interventi mirati, come la riduzione del costo del lavoro che, concretamente, agevolerà i datori di lavoro, facendo crescere le assunzioni, e darà ai lavoratori più soldi in busta paga. Poi sostegno duraturo alla famiglia, non con elemosine una tantum (come il c.d. bonus bebé), ma con interventi che per ogni figlio si protraggano nel tempo fino alla sua maggiore età e consentano alle donne di scegliere – liberamente e non forzatamente – di lavorare o meno: in questa direzione vanno le proposte di costituire un fondo per ogni neonato, e di aumentare il numero di asili nido. E ancora misure per la casa, maggiori risorse per l’istruzione e la salute.

Occorre ricostruire totalmente il rapporto tra Stato e cittadini: da un lato garanzia della legalità, tutela del consumatore, politiche più eque. Dall’altro lotta ferrea a chi non paga le tasse nella misura dovuta, violando la prima norma di convivenza in una comunità e tarpando le ali al nostro sviluppo. A proposito, ricordiamo in questi 5 anni di governo del Polo la pressione fiscale é stata ridotta di 0,4 punti percentuali, contro i 0,3 punti dei 5 anni precedenti.”Complimenti, una grandissima riduzione delle tasse! La cosa più interessante é che le politiche fiscali del governo Berlusconi hanno favorito i redditi alti, e che quella minima riduzione delle imposte dirette é stata ampiamente compensata da un forte aumento delle imposte indirette (bolli e accise, che colpiscono i cittadini in modo indifferenziato, e dunque sono fortemente inique e spostano sui meno abbienti il peso della fiscalità). Oltretutto, il governo ha operato drastiche riduzioni ai trasferimenti agli enti regionali e locali, proprio mentre aumentano le loro competenze: conseguenza inevitabile, l’innalzamento delle imposte locali.

Un ultimo punto. L’Italia é un Paese vecchio, in mano, in molti suoi settori, a corporazioni e gerontocrazie. Dalle banche, alle professioni, alla ricerca, abbiamo pensato che fosse possibile eliminare la competizione senza pagarne il prezzo. Il discorso sarebbe lungo, il percorso non sarà agevole. Ma solo politiche che sappiano guardare lontano, che siano orientate al futuro, che sostengano la crescita economica, la concorrenza, i diritti dei consumatori, la famiglia, l’istruzione e diano ai giovani, a prescindere dalla loro origine sociale o territoriale, la possibilità di investire sul proprio futuro, di crederci, potranno far ripartire l’Italia.

Per tutte queste ragioni, per dare il mio contributo al successo elettorale, ho pensato di impegnarmi direttamente nella competizione, e sono candidato per l’Ulivo alla Camera, nella circoscrizione della Sardegna. Grazie a questa disastrosa legge elettorale, ultimo dono del Polo all’Italia, é già noto chi farà parte del prossimo Parlamento, e dunque Ö non c’é pericolo! Ho pensato fosse comunque giusto accettare di candidarmi in una posizione molto lontana dalla possibilità di elezione perché credo che essere presenti in questa battaglia sia un dovere politico e morale, e dunque mi considero fortunato a poterla combattere in prima linea. Spero, con il vostro appoggio.

La comunità dell’Ulivo é grande e attiva anche on line: su http://www.incontriamoci.romanoprodi.it/ ciascuno di voi può comunicare l’organizzazione di un incontro o trovare eventi interessanti ai quali partecipare. Io sono già impegnato in una serie di manifestazioni nella provincia di Cagliari: in questi giorni sarà con noi Arturo Parisi, Presidente dell’Assemblea federale della Margherita e capolista dell’Ulivo in Sardegna.Vi invito a consultare il mio sito internet per qualsiasi aggiornamento sulla campagna elettorale, e a contattarmi per telefono o per posta elettronica per organizzare insieme incontri e iniziative.

Abbiamo ancora poche settimane. Poi, come ha detto Romano Prodi aprendo la campagna dell’Ulivo, dal 10 aprile per l’Italia arriverà la primavera!

Marco Meloni