Quattro anni e mezzo al governo della Regione

Quando nel 2004 il centrosinistra guidato da Renato Soru vinse le elezioni, la Sardegna veniva fuori dagli anni peggiori della storia dell’autonomia. Le giunte instabili e inefficienti del centrodestra lasciavano una pesante eredità: 6 miliardi di euro di debiti e un bilancio che solo nell’ultimo anno era in perdita per oltre 1 miliardo di euro. Dal 2004 abbiamo voltato pagina. Oggi abbiamo un’autonomia effettiva. Oggi crediamo che la Sardegna abbia le risorse per farcela, per costruire il proprio futuro. Senza più vittimismi sterili, ma contando sulle nostre capacità.

1. Diritti, Autonomia, Responsabilità

Con la Giunta Soru, la Sardegna si è finalmente riappropriata delle proprie responsabilità, dei diritti e delle competenze sanciti dallo Statuto di Autonomia della Sardegna, inaugurando un nuovo concetto di autonomia e dimostrando la capacità di autogovernarsi. Le riforme istituzionali di questi anni hanno avuto l’obiettivo di investire nello sviluppo e riappropriarsi del governo del proprio territorio. I cittadini ora hanno una Regione più semplice, più trasparente e meno costosa, finalmente più accessibile a tutti.

2. Far ripartire il motore del futuro: le politiche per le giovani generazioni

Incentivare le politiche della conoscenza, dalla scuola, all’università e alla ricerca scientifica è il vero motore dello sviluppo e rappresenta il fattore indispensabile per rafforzare il futuro delle giovani generazioni sarde e far crescere le nostre imprese. Interventi che hanno costituito il fulcro della nostra azione, tanto che la Sardegna ha compiuto il salto di qualità più alto d’Europa negli investimenti per la strategia di Lisbona per il 2010, passando dall’11% del 2000-2006 al 70% del 2007-2013 per quanto riguarda innovazione e conoscenza.

Le nuove generazioni devono essere messe nelle condizioni di liberare le proprie energie. Di costruire percorsi di vita e professionali adeguati al merito e ai talenti di ciascuno. Dobbiamo sconfiggere la sindrome del declino, per cui i giovani sanno che vivranno peggio dei propri genitori. Oggi l’Italia è uno dei paesi più iniqui al mondo, perché somma grandi divari nella distribuzione della ricchezza a una scarsissima mobilità sociale. In questi anni abbiamo investito per costruire una società più equa e dinamica: con interventi per tutelare le giovani coppie e i giovani lavoratori, con una speciale attenzione alla condizione delle donne, per disegnare una società sarda più equa e più dinamica.

3. Sviluppo sostenibile

La gestione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale, sono stati alla base delle scelte del governo regionale.
La nostra regione, grazie ad un’intensa attività di pianificazione si è finalmente dotata di un sistema di regole chiare e definite, che rappresentano una tutela del bene pubblico ma anche una garanzia per una crescita della nostra economia solida e che pensa anche alle generazioni future. Una scelta precisa: non continuare a consumare il patrimonio ambientale ma privilegiare la riqualificazione dell’esistente, il recupero dei centri storici e la valorizzazione delle zone interne. Perché solo così possiamo crescere.

4. Imprese, energia, sviluppo, lavoro

In questi anni abbiamo lavorato per aumentare l’occupazione, migliorare la competitività, incentivare gli investimenti in capitale umano. La politica della giunta di centrodestra era stata costosissima in termini di risorse finanziarie. Una politica di incentivi generici, priva di programmazione, che non ha rimosso in nessun modo gli svantaggi storici della Sardegna. Finte assunzioni e capannoni vuoti in giro per la Sardegna ci ricordano quante iniziative finanziate dalla Regione non hanno avuto nessun seguito.
In questi anni abbiamo puntato su un modello di sviluppo che difende l’industria esistente e punta sull’innovazione tecnologica, sulla qualità del lavoro e dell’ambiente, con strumenti di finanziamento diretti alle imprese, puntando sulla creazione di un contesto esterno alle imprese competitivo.

5. Solidarietà e salute

Perseguendo l’integrazione dei sistemi sociale e sanitario e l’adozione di una nuova cultura amministrativa basata sulla programmazione e sulla valutazione è stato possibile rendere finalmente equo ed efficiente il sistema del welfare regionale.

6. L’area urbana di Cagliari e il territorio della provincia

La provincia di Cagliari ha un territorio, una composizione demografica e una vocazione economica assai disomogenea. L’area urbana di Cagliari ha la maggiore concentrazione di abitanti e servizi della Sardegna: un unico sistema urbano che dovrebbe essere governato in modo integrato, per funzionare in modo più efficiente, costare meno ai cittadini e funzionale allo sviluppo dell’economia dell’intera Isola.