Ritornare a crescere

La nostra priorità assoluta, che abbiamo sempre sottolineato, é la ripresa dello sviluppo: per vincere il declino dell’economia e per ridare prospettive di benessere agli italiani, dopo gli anni di impoverimento provocati dal centrodestra. La politica economica del governo si é dimostrata fallimentare e ingiusta, non ha portato né sviluppo né risanamento. Noi vogliamo cambiare registro, rilanciare uno sviluppo che serva all’economia e al benessere delle persone.
Vogliamo uno sviluppo che concili solidarietà e crescita economica, aumento della competitività e rispetto dell’ambiente: tutti valori disattesi in questi anni di malgoverno. Vogliamo uno sviluppo equilibrato che incroci le risorse dei territori con le potenzialità dei settori produttivi, che valorizzi le dinamiche industriali insieme con quelle territoriali. Ciò vale in particolare per il Mezzogiorno, che deve diventare un motore per la crescita economica di tutto il Paese. Questo significa valorizzarne le filiere produttive, sia tradizionali sia di frontiera, in particolare in collegamento con lo sviluppo dei paesi mediterranei, usando gli strumenti indicati nelle nostre proposte: dalla fiscalità di vantaggio da rinegoziare in sede comunitaria, a una infrastrutturazione essenziale del territorio che valorizzi i collegamenti sia con il Nord sia con il Sud Est.

Per rilanciare lo sviluppo non bastano piccoli aggiustamenti, occorrono riforme radicali, un cambio di priorità economico-sociali, con scelte coraggiose di lungo periodo.
Occorre mobilitare tutte le risorse del paese, a cominciare da quelle umane. Se é vero che lo sviluppo crea lavoro, é vero anche che il lavoro delle persone é un motore essenziale dello sviluppo. Per questo vogliamo più occupazione e di migliore qualità: un lavoro precario mortifica le persone e non serve a un vero sviluppo. Bisogna promuovere le energie del paese ora sottoutilizzate, a cominciare dai giovani, dalle donne e ora anche degli anziani. Valorizzare le grandi risorse delle donne, di creatività, di equilibrio e sempre più di istruzione, non é un problema delle donne ma una priorità per il paese. Ed é anche una nostra priorità.

Occorre liberare le energie e i talenti d’Italia dagli ostacoli che li frenano (burocrazie eccessive, limiti alla concorrenza in settori protetti, freni alla crescita di iniziative economiche, specie dei giovani ecc.).

Noi proponiamo più concorrenza e più liberalizzazioni per contrastare le rendite monopolistiche e corporative, per migliorare qualità e prezzi specie nei servizi, per promuovere nuovi investimenti e nuove iniziative.

Bisogna aprire le professioni che hanno troppe barriere all’ingresso specie per i giovani, superare le tariffe minime, permettere ai professionisti di competere, anche utilizzando la pubblicità, mantenendo agli ordini la funzione di formazione, di standard di qualità e di valorizzazione dell’etica professionale come ha indicato l’Antitrust.

Ci vuole più concorrenza nel settore delle assicurazioni e dei servizi bancari, che accollano ai cittadini e alle imprese costi fuori dagli standard europei. Ci vuole più concorrenza nel mercato delle costruzioni, distorto troppo spesso dall’intervento di società miste con azionariato pubblico; più concorrenza nel mercato elettrico e dell’energia.

L’attuale emergenza energia dipende dalla politica sbagliata del governo, che ha trascurato di dare impulso a nuove reti e fonti di approvvigionamento e di completare la liberalizzazione avviata la scorsa legislatura. Noi vogliamo rendere più equilibrato il mix di produzione energetica, reinvestire nelle reti e nei terminali di rigassificazione, diversificare le importazioni, rilanciare la ricerca e la produzione di energie rinnovabili e pulite, promuovere il risparmio e l’efficienza energetica.
Occorre liberalizzare i servizi pubblici locali, dai trasporti all’igiene urbana, con più coraggio, e ridurre le strozzature della rete distributiva. Queste sono misure fondamentali. In molti casi a costo zero, capaci di liberare energie, di liberare ricchezza, di liberare benessere. Capaci di mettere il consumatore al centro.

Il senso della nostra strategia é di porre il consumatore, il cittadino-consumatore al centro come vero protagonista, effettivo padrone delle politiche pubbliche.

Rilanciare lo sviluppo presuppone rigore nelle scelte e capacità di riportare i conti pubblici sotto controllo. Rigore finanziario, rilancio della competitività ed equità distributiva sono parti integranti della nostra strategia economica. Il rigore deve valere per tutti. Per questo, come ha detto Prodi, é necessaria una lotta determinata ed efficace all’evasione fiscale, che é stata invece irresponsabilmente favorita dai ripetuti condoni del governo. La lotta all’evasione é necessaria per recuperare risorse, ma é anche precondizione di una politica fiscale equa come quella che vogliamo: un fisco equilibrato, giusto e progressivo, che premi l’innovazione e il lavoro, non le rendite speculative, e che sia amico delle famiglie.

Le nove sfide programmatiche della Margherita