L’agenda digitale del PD nasce dal basso

L’agenda digitale del PD nasce dal basso

consultazione onlineLa proposta iniziale, la discussione, gli emendamenti e il testo finale. Il Partito democratico ha scelto l’iter classico delle leggi, quello che dovrebbe essere il più democratico, anche per stilare la sua agenda digitale. Un vero e proprio programma che fissa le priorità e le modalità d’intervento in tema di innovazione e sviluppo tecnologico, in modo da far partire «il motore a vapore di questo se- colo». Ma, al di là dei contenuti, la vera innovazione sta proprio nel metodo usato dai democratici, totalmente «open»: suggerimenti e modifiche al testo iniziale erano aperti a chiunque, con la Rete che ha fatto da vetrina e da principale punto d’incontro. Le proposte? Potenziamento dell’e-commerce anche attraverso un regime fiscale agevolato, detrazioni fiscali per chi paga con moneta elettronica, ulteriori semplificazioni nelle procedure per avviare una nuova impresa. Il documento iniziale («L’Italia giusta, l’Italia digitale») è uscito dai seminari che si sono tenuti tra il luglio e il dicembre dello scorso anno a Roma, Torino e Bologna e dai Forum nazionali del Pd dedicati al tema.

Poi è stato pubblicato sul sito del partito e da lì è iniziato a circolare anche sui social network e su altre piattaforme online: circa 300 gli «emendamenti» ricevuti, di cui un quarto sul sito del Pd e il restante sui social network.
L’agenda digitale del Pd verrà presentata lunedì da Pier Luigi Bersani e da Marco Meloni, responsabile Riforme Ra., Università e Ricerca, all’Energy Park di Vimercate, davanti ai lavoratori e le aziende del distretto hi-tech della Brianza. Nel testo vengono fissati alcuni punti di partenza: colmare il divario delle infrastrutture (estensione della banda larga, investimenti in fibra ottica, istituzione di un Catasto del sottosuolo), con particolare attenzione al mondo della scuola, ma anche avviare una sorta di «alfabetizzazione digitale» per le piccole imprese.